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19 marzo 2024

Nord-Est

Dormiva sulle panchine, lo adotta un migrante come lui. La storia di Momo

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Dormiva sulle panchine, lo adotta un migrante come lui. La storia di Momo

VENEZIA - Cristiano copto l'uno, musulmano l'altro: dietro alle diversità religiose di Magdy Maher Louka Baskharoun, 50 anni e padre di tre figli, origini egiziane e attuale residenza nel veneziano, e Momo, tunisino di 15 anni, c'è una storia di solidarietà tra migranti. Magdy di fatto ha 'adottato' il giovane, notato una mattina febbricitante su una panchina di Marghera, diventandone il suo tutore temporaneo.

 

Momo, come racconta il Gazzettino, ha un passato doloroso: costretto a scappare di casa perchè non voluto dal patrigno, il giovane si è imbarcato per la Sicilia. Da qui l'arrivo a Napoli e poi a Venezia, dove ha dorme all'addiaccio tutte le notti. Momo parla solo l'arabo e ha continuato a chiedere aiuto finchè non si è addormentato su quella panchina di Marghera.

 

E' qui che lo ha trovato Magdy, un passato di farmacista in Egitto e in Italia un presente nel campo della ristorazione prima come pizzaiolo e poi con un negozio di kebab. Oggi vive dei proventi delle attività cedute a causa di un infortunio alla gamba. E' la figlia più piccola a scoprire Momo, febbricitante sulla panchina. L'egiziano non ci pensa due volte e accoglie l'adolescente nella sua famiglia.

 

"Ho tre figli - spiega - però ho ragionato con mia moglie e abbiamo fatto due conti: possiamo aiutarlo con 100 euro al mese". Da qui alla decisione di farne un membro effettivo del suo nucleo familiare il passo è stato breve. Magdy ha ottenuto la tutela temporanea del ragazzo, in attesa che si crei un posto in una comunità. Le differenze religiose sino ad oggi non hanno creato alcun problema. "L'altra sera noi abbiamo mangiato maiale - racconta - e Momo ha voluto la pizza con le patatine, che problema c'è?".

 

L'egiziano è riuscito anche nell'impresa di contattare la mamma del ragazzino. "Quando ha saputo che era vivo è scoppiata a piangere - riferisce - era certa fosse morto sul barcone. L'ho tranquillizzata e le ho detto 'tuo figlio è in buone mani. Ci occupiamo noi di lui'". Magdy trova normale quanto fatto. "Io non sono ricco ma non mi manca nulla - conclude - la mia famiglia è d'accordo: per noi è un onore aiutare un ragazzo che ha lottato tanto".

 



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