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20 aprile 2024

Italia

Elezioni, Vendola: "Le liste Pdl? Si sente il profumo di camorra"

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Elezioni, Vendola:

ROMA - "Se la mia lotta è stata quella per determinare una condizione olfattiva, ovvero che nel centrosinistra si facesse sentire il profumo di sinistra, di diritti, vedo che a destra c'è il rischio che si continui a sentire il profumo di camorra". È l'attacco duro sferrato dal leader di Sel Nichi Vendola, ospite di 'Adnkronos Confronti', a un Pdl ancora impegnato nella composizione delle liste.

Vendola risponde poi alle accuse di conservatorismo rivoletgli più volte dal premier uscente Mario Monti. "Riformista oggi è abbattere la gabbia della precarietà dei giovani", afferma. "Le riforme devono avere a che fare con le ansie di sviluppo delle persone invece - afferma Vendola - oggi hanno più a che fare con un regresso sociale. "Un tempo le parole riforme facevano battere il cuore, annunciavano miglioramenti, promozione dei diritti, un cammino di avanzamento. Negli ultimi anni la situazione è peggiorata, le famiglie quando sentono parlare di riforme si spaventano perché pensano a brutte notizie". Nichi Vendola cita quindi il "limbo" degli esodati. "Quando ero giovane - afferma - queste si chiamavano controriforme. Il riformismo oggi è spesso regresso sociale" e contro questo "manifesto il mio dissenso, io vorrei essere un riformista che migliora la realtà".

"In Monti avevo avuto l'impressione di qualche cenno autocritico - aggiunge il leader di Sel - perché ci si rende conto che il tema esodati è drammatico, indice di insensibilità sociale" e spia di "una sciatteria tecnica, visto che i conti erano sbagliati. La realtà fatica a entrare in schemini scolastici". Per Vendola, "non esistono scelte tecniche, ma solo scelte politiche. Tutte le scelte del governo Monti erano politiche, dal mio punto di vista scelte che andavano nella direzione sbagliata".

Il vero riformismo invece secondo Vendola è innovazione. "L'Italia - ricorda il leader di Sel - è diventata un grande Paese quando i salari degli operai hanno cominciato a salire, quando c'è stato il riconoscimento dei diritti sanciti dallo statuto dei lavoratori, quando il divorzio si è potuto fare davanti a un giudice e non come forma di delitto e l'aborto in ospedale e non rischiando la pelle dalle mammane". E dunque Vendola indica nella strada di "più diritti sociali e individuali e più libertà" per ripartire. "Siamo diventati un Paese quasi marginale - sottolinea - perché abbiamo smesso di investire nell'innovazione: innovazione in agricoltura, nell'industria... Mi viene da ridere - afferma - quando mi accusano di essere un conservatore".

Sul fronte delle alleanze il leader di Sel conferma che "non esiste un patto con Monti" come ha già detto Bersani. "Anche perché - aggiunge - credo che il nuovo centrosinistra non sia un'invenzione politicista". Vendola ricorda che "tre milioni di italiani, partecipando alle primarie, si sono fatti artefici del nuovo centrosinistra. L'idea che nel giochino ''togli Vendola e metti Monti' trascura un fatto politico rilevante: il protagonismo popolare". Dunque il leader di Sel non vede "possibilità di mutilare" la coalizione capitanata da Bersani. "Ha ragione Casini, la mia sintonia con lui in questo è totale: è fantascienza", taglia corto.

Per Vendola il centrosinistra "è il candidato naturale alla vittoria" delle prossime politiche, la sola forza in grado "di tirare fuori il Paese dalle macerie del berlusconismo. Contro l'ipotesi di pienezza di questa vittoria c'è Berlusconi", ma anche "la coalizione di Monti che non gioca la partita per vincere ma per condizionarla". È nella "vittoria scalfita che Monti e Berlusconi pensano di rientrare in gioco. Tutti - scandisce - sono pronti a rientrare nel gioco, ma sarebbe la palude", avverte.

L'avversario del centrosinistra è dunque Mario Monti come sostiene Ingroia? "No, innanzitutto l'avversario è Berlusconi. Viviamo sempre in un Paese che non ha regolamentato il conflitto di interessi". "Attenzione a chi pensa - mette in guardia Vendola - che il berlusconismo è un fantasma che si può esorcizzare e non riflette sul fatto che il ventennio berlusconiano ha rivoltato come un calzino il Paese, ha rappresentato una trasformazione radicale anche dell'immaginario", con una "semina di veleni nelle viscere della società italiana". "Non si può pensare - incalza Vendola - che si possa vincere o seppellire Berlusconi con uno slogan o una campagna elettorale: abbiamo bisogno di bonificare in profondità il Paese. Non basta vincere le elezioni, occorre ricostruire il Paese".

Quanto al rischio che 'Rivoluzione civile' il movimento del pm palermitano rosicchi voti a Sel Vendola spiega che "anche nell'elettorato di sinistra c'è una divaricazione strutturata tra chi pensa che il compito della sinistra sia quella della testimonianza radicale, dello scalare la montagna con la bandiera rossa per cantare alla luna" e chi invece guarda alla possibilità concreta di governo. "Io - puntualizza - rappresento la sinistra che ha l'ambizione di governare", a partire dal "compito di salvare il progetto degli Stati Uniti d'Europa. Io penso che la sinistra, davanti alla recessione economica, alla disoccupazione di massa e alla crisi della democrazia" - tre elementi che "nel passato hanno prodotto deflagrazioni importanti - abbia il dovere di trasferire l'indignazione per l'ingiustizia, il dolore sociale in un'agenda di governo per cambiare le cose".

Ma tornando alle alleanze post-voto in caso di mancanza di numeri per governare Vendola sgombra il campo da equivoci: "Dichiaro la mia fedeltà al programma che ho sottoscritto, mi vincola e mi vincola a dire che il governo di centrosinistra che cercherà di attuare quel programma avrà in Nichi Vendola un fattore di stabilità e non di fibrillazione", detto questo in caso di "vittoria dimezzata porteremo quel programma davanti alle Camere e vedremo se si trova una maggioranza. Io sono vincolato al programma".

La riforma Fornero va modifiacata oppure no? "La modifica del mercato del lavoro, che per me va nella direzione sbagliata, ha reso semplicemente quel poco lavoro che c'è sempre più claudicante - afferma il leader di Sel - più povero di tutele". Mentre "dare lavoro è il vero nodo da affrontare".

Vendola in fine lancia il suo endorsement per Fabrizio Barca, "un ministro di grande levatura", "sicuramente la personalità" del governo Monti "che ha lavorato più libero da pregiudizi o vincoli ideologici". Il leader di Sel riconosce al ministro per la coesione territoriale di essere stato "un interlocutore prezioso, attento e competente, con grande sensibilità sociale". Quanto agli altri ministri del governo Monti, "mi limiterei a quel che ho detto", glissa Vendola.

(Adnkronos/Ign)

 



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