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24 aprile 2024

Vittorio Veneto

Entrano nel Duomo come normali fedeli, poi tentano di rubare la palma di Sant’Augusta

Qualcosa deve però averli disturbati, e il furto non è andato a buon fine

| Claudia Borsoi |

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| Claudia Borsoi |

Entrano nel Duomo come normali fedeli, poi tentano di rubare la palma di Sant’Augusta

VITTORIO VENETO - Si introducono nel duomo di Serravalle come dei comuni fedeli e, una volta soli, alzano il coperchio del sarcofago in cui è adagiata la statua di santa Augusta e cercano di rubare la palma, simbolo del martirio, che la patrona tiene tra le mani. È successo nella mattinata di lunedì 10 dicembre.

 

A Serravalle come ogni lunedì era in corso il mercato settimanale e diverse persone, con l’occasione, non mancano di entrare in chiesa per una preghiera o per accendere una candela davanti all’altare dedicato a santa Augusta. Tra queste persone si sono mescolati anche dei malviventi. Hanno atteso che il sacrestano Adriano, che ogni mattina apre la chiesa, fosse in sacrestia e che tutti fossero usciti, quindi hanno architettato il loro piano.

 

Non si sono diretti alle cassettine delle elemosine, bensì sul secondo altare sulla destra rispetto all’entrata principale, quello dedicato alla patrona di Serravalle e della diocesi di Vittorio Veneto. Saliti i tre scalini hanno iniziato ad armeggiare sull’urna in vetro che contiene un simulacro di Augusta. Sono quindi riusciti a sollevare il coperchio e poi le loro mani si sono dirette sulla palma retta dalla santa.

 

Difficile poter dire se il loro interesse fosse per il valore economico di quella palma, di cui datazione e materiale non sono conosciuti, o per il suo valore religioso. Fatto sta che in quei secondi qualcuno deve averli disturbati, tanto da rifar cadere la palma a pochi centimetri dalle mani della santa e lasciare il coperchio aperto, per poi darsi alla fuga.

 

Ritornato nella navata, il sacrestano si è subito accorto che il sarcofago era aperto. Ha verificato che non mancasse nulla, quindi ha riposto tra le mani di Augusta la palma e richiuso l’urna. Ha poi informato il parroco, monsignor Michele Favret che non ha potuto che prendere atto dell’accaduto. Difficile poter dire chi sia stato: il duomo non è infatti dotato di sistema di videosorveglianza.

 

«Ora apro la chiesa durante la settimana solo un paio d’ore al mattino, perché non mi posso assentare nemmeno pochi minuti visto quanto accaduto» dice Adriano che da decenni si prende cura del duomo.

 



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Claudia Borsoi

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