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24 aprile 2024

Valdobbiadene Pieve di Soligo

"Era un bravo ragazzo, non si può morire così": Alessandro è morto per tentare di sedare una rissa

A Tovena tutti lo conoscevano, la comunità è sotto shock

| Claudia Borsoi |

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| Claudia Borsoi |

CISON DI VALMARINO – Comunità a lutto per la morte di Alessandro Sartor. A Cison di Valmarino oggi, venerdì, doveva essere un giorno di festa per il passaggio del Giro d’Italia, ma pochi se la sono sentita di scendere in strada. La notizia della morte del 45enne ha lasciato tutti attoniti perché Ale, così era conosciuto tra gli amici, era una persona disponibile, attiva in paese, gentile con tutti.

 

“Un bravo ragazzo” sottolineano persone di ogni età di Tovena e di Soller, la località in cui risiedeva in una villetta a lato dei genitori. “Così non si può morire” dice Attilio Soldan di Tovena. “Chi lo ha colpito merita l’ergastolo” gli fa eco una signora del posto. Un’altra, fazzoletto in mano, trattiene a stento la commozione per quel ragazzo che ha visto crescere e che conosceva bene.

 

“Era di animo buono, morire così non è possibile”. E in piazza c’è ancora la sua Audi grigia parcheggiata: qualcuno ha posato dei fiori. A Tovena tutti conoscevano Alessandro.

 

 

Era un volontario della Pro Loco di Tovena che organizza la sagra di San Simon e altri eventi. In questi mesi era stato uno delle anime dei preparativi per il passaggio del Giro d’Italia. E giovedì sera, alla locanda Al BaKaro in piazza Vittoria, si era ritrovato con la compagnia di amici per la “notte rosa”, cioè per festeggiare l’imminente passaggio del Giro. E qui, scoppiata una rissa, lui ha cercato di fare da paciere, finendo per perdere la vita.

 

“Sono rimasta Al Bakaro fino alle 22.30 – testimonia la sindaca Cristina Da Soller -. C’erano Ale e gli altri della comunità che in questi mesi hanno lavorato per il passaggio del Giro d’Italia. E discutevamo su cosa avremmo fatto oggi. Poi io me ne sono andata perché ero stanca e stanotte i carabinieri, intorno all’una, mi hanno avvisato dell’accaduto. Ale era un membro attivo della comunità di Tovena, un ragazzo tranquillo, gentile, da tutti ben voluto. Da un mese ci vedevamo tutte le sere per preparare Tovena e il San Boldo per il passaggio del Giro. Quando succedeva che due litigavano lui era sempre pronto ad intervenire per sedare gli animi, non era capace di fare a finta di nulla e di voltare le spalle. E quando è accaduto che l’hanno colpito, buona parte dei suoi amici era lì con lui”.

 

 

Alessandro non si tirava mai indietro quando c’era qualcosa da fare. E ad agosto dava una mano alla Pro Loco di Cison in occasione di Artigianato Vivo. “Il Giro d’Italia, lo aspettavi da un anno... Ieri sera, il destino beffardo ti ha tolto dall’amore dei tuoi amici e dei tuoi cari. Tu, grande uomo sensibile e gentile, sempre disponibile e pronto alla festa, hai cercato di riportare la pace in quella bella serata di festa. Il tuo altruismo è stato fatale, e ora tutti noi ci ritroviamo qui a chiederci perché... perché proprio a te, caro Alessandro. Oggi qui non sarà lo stesso senza di te... Oggi qui non festeggeremo con la felicità di un paese in festa... Oggi i nostri nastri rosa si sono tinti di nero e il tuo ricordo è impresso nelle menti e negli occhi di chiunque ti abbia conosciuto” il ricordo di Alessandro della Pro Loco di Cison.

 

A Soller, dove risiedeva in via Redipuglia, tutti sono increduli per l’accaduto. “Una brava persona, amato da tutti, stimato sul lavoro, educato, impegnato per la sua comunità. Quando dici bravo ragazzo, dici tutto” sottolinea Massimo dell’osteria di Soller. “Angosciante come possa essere morto” aggiunge una signora.

 

“Ale si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato” sentenzia un vicino. Dipendente di un’azienda del settore del legno della zona, Alessandro, figlio unico, lascia la mamma Teresa e il papà Giorgio.

 


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Claudia Borsoi

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