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28 marzo 2024

Vittorio Veneto

Espulso dalla città, vince due volte il ricorso. Tar:"Eccesso di potere"

Annullamento del secondo foglio di via a Parrinello, accusato di essersi erto "portavoce dei profughi"

| Stefania De Bastiani |

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| Stefania De Bastiani |

Espulso dalla città, vince due volte il ricorso. Tar:

VITTORIO VENETO - Due volte nella polvere, due volte sull’altar. E’ la seconda volta, nel giro di un anno, che Pier Lorenzo Parrinello vince il ricorso al Tar contro un provvedimento che gli vieta di mettere piede a Vittorio Veneto in quanto ritenuto “soggetto pericoloso per la pubblica sicurezza”. Per ben due volte il cittadino, che vive a Fregona e gestisce il Gallo Rosso, è stato colpito da un foglio di via firmato da questore di Treviso Cacciapaglia. Per due volte Parrinello ha fatto ricorso al Tar assistito dall’avvocato Giuseppe Romano e ha vinto in entrambi in casi, ottenendo l’annullamento del provvedimento e condannando lo Stato a sostenere le prese legali.

Il “pericoloso soggetto”, secondo l’accusa, si sarebbe erto “arbitrariamente a portavoce dei profughi” e avrebbe alimentato in questi “atteggiamenti di sfida e ostruzionistici nei confronti delle forze dell’Ordine”.

 

I fatti risalgono agli scorsi 17, 18 e 19 dicembre. Giorni in cui alcuni richiedenti asilo fino allora ospitati al Ceis divennero rifugiati e, di conseguenza, perdettero il diritto all’accoglienza trovandosi su una strada. Parrinello, all’epoca, accompagnò i profughi in Municipio per rendere nota all’Amministrazione comunale l’emergenza abitativa in cui versavano questi nuovi cittadini. Ma, stando al verbale dei Carabinieri, Parrinello si spinse ben oltre: organizzò infatti un volantinaggio di fronte alle scuole della città, per informare i ragazzi sulla situazione, e si macchiò del grave reato di spingere l’Amministrazione ad aderire allo Sprar, il sistema di accoglienza diffusa che non andò mai in porto.

Di qui, la denuncia, il foglio di via, il ricorso al Tar e l’accoglimento dello stesso.

 

Il ricorso è fondato e va accolto - si legge nella sentenza del Tribunale, dove si mette in evidenza non solo che le accuse nei confronti di Parrinello sono infondate ma si fa anche notare “l’esistenza dei vizi riconducibili all’eccesso di potere e della carenza di motivazione”. “Le manifestazioni sono state del tutto pacifiche - si legge inoltre nella sentenza, e Parrinello vi ha partecipato “al solo fine di condurre all’attenzione delle autorità locali gli interessi degli stranieri”.

 

Dopo il secondo foglio di via, a sostegno di Parrinello, si mossero una serie di cittadini e richiedenti asilo che avviarono una raccolta firme per l’annullamento del provvedimento. “Devo ringraziare tutti quelli che mi hanno sostenuto - commenta Parrinello - famiglie, associazioni, cittadini con cui ho inoltre avuto modo di costruire percorsi di accoglienza autonomi da istituzioni. Senza il loro apporto oggi Vittorio Veneto sarebbe una città più triste, più povera, più impotente”.

“E’ mia intenzione - informa Parrinello - rendere noti a tutti i documenti legati a questo caso di abuso di potere perpetrato da trasversali forze di pubblica sicurezza e da cui nemmeno il Comune di Vittorio Veneto può sentirsi estraneo. Questa è una storia che avrebbe potuto svolgersi a Notthigham o sl quel ramo del lago di Como…una storia di potenti e bravacci, di sceriffi e dispotismo. Quello di cui sono stato accusato è irriverenza verso il potere mentre l’unica cosa che ho fatto è di aver messo l’Amministrazione di fronte alle sue responsabilità nella giusta lotta dei profughi che avevano il diritto di essere trattati da normali cittadini. Il fatto che con pacifiche manifestazioni ho contribuito a dar voce agli ultimi della terra e che insieme a parte della società civile abbiamo saputo riunire famiglie, associazioni, parrocchie e spingerci alla costruzione di percorsi di accoglienza autonomi alle istituzioni mi hanno reso un obbiettivo da colpire per chi non vuole che niente cambi. Sembra un disegno da tempo collaudato che vuole abituare i cittadini ad aver paura di pensare e di portare avanti azioni politiche. Ci vogliono insegnare a pensare che la politica la fanno i politici e che il cittadino deve delegare le decisione senza mettere gli amministratori di fronte alle responsabilità”.

 

“Per il comandante dei Carabinieri di Vittorio Veneto - specifica Parrinello - avrei plagiato i profughi e avrei utilizzato come arma impropria la presenza di giornalisti. Avrei cercato di intrufolarmi in Municipio, mi sarei macchiato del reato di aver spinto l’Amministrazione ad aderire a un bando pubblico e sarei stato irriverente nei confronti delle forze dell’ordine”. Ma la risposta del Tar parla chiaro: “Risulta evidente l’eccesso dei vizi di potere e la carenza motivazionale. Con questo atto illegittimo, con questo illecito foglio di via hanno tentato di chiudermi la bocca e hanno tradito la costituzione su cui hanno giurato. Si sono messi al servizio di una possibile omissione di atti da parte dell’amministrazione comunale e si sono resi protagonisti di abusi che solleverò in sedi competenti affinché le responsabilità siano chiarite e io venga risarcito del danno. Mi aspetto comunque di essere sottoposto ancora a nuove rappresaglie: c’è sempre - conclude Parrinello - la maniera di togliere dai piedi un rompiscatole e io, da queste forze dell’ordine, non mi sento tutelato”.

 


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Stefania De Bastiani

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