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19 aprile 2024

Italia

I falchi del Pdl scatenati ma il Cav frena

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I falchi del Pdl scatenati ma il Cav frena

ROMA - E' confermata per domani mattina, alle 12, la Direzione nazionale del Pdl con all'ordine del giorno l'approvazione del bilancio 2012 del partito. Un adempimento formale che per legge tutte le forze politiche devono onorare, presentando la disamina dei conti al Parlamento entro il 30 giugno.

L'appuntamento è nella sala Lucio Colletti di Montecitorio e, assicurano, non ci sarà il presidente Silvio Berlusconi. Il giorno dopo la sentenza Ruby, il rischio è che la riunione si trasformi in un vero e proprio sfogatoio sulla necessità di sostenere o meno il governo Letta.

Per questo motivo, in via dell'Umiltà puntano a tenere bassi i toni dello scontro, precisando che ''il varo del bilancio è un normale adempimento contabile della Direzione nazionale e alla riunione di domani non ci saranno altri temi all'ordine del giorno''. Il giorno dopo la condanna del Tribunale di Milano, resta a mille la tensione nel partito e a stento il Cavaliere riesce a tenere a freno i 'falchi', pronti allo strappo sulle larghe intese con il ritorno alle urne già a settembre.

Rientrato a Roma in tarda mattinata, Berlusconi ha riunito lo stato maggiore del Pdl a palazzo Grazioli per studiare le contromosse in vista del colloquio di stasera con Enrico Letta. Il Cavaliere dirà al premier che per ora non staccherà la spina al governo, ma così non si può andare avanti. Il leader azzurro, raccontano, punta a una riforma della magistratura e attende segnali concreti subito (già dal Cdm di domani) sui provvedimenti economici targati Pdl: Imu e Iva, per cominciare, senza dimenticare la detassazione per imprese che assumono i giovani.

Intanto, mentre i pidiellini fanno quadrato intorno a Silvio Berlusconi, il ministro dell'Integrazione Cecile Kyenge rassicura sulla tenuta dell'esecutivo. "Il premier Letta sta lavorando tantissimo - dice ai giornalisti a margine di un incontro a Palermo - Il governo gode di buona salute e Letta è al lavoro per cercare di dare continuità al programma. Sono molto fiduciosa".

"Un governo non cade con delle sentenze ma quello che è certo è che ora serve una riflessione da parte di tutti, anche all'interno della sinistra", sostiene il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Maurizio Lupi, definendo poi la sentenza Ruby "il massimo dell'assurdo". Secondo Lupi è inaccettabile "che la dignità politica, morale e tutta l'esperienza di Berlusconi possa essere cancellata da una sentenza".

L'ex ministro Renato Brunetta interviene da Radio Anch'io: "Quando viene leso un diritto fondamentale, un diritto costituzionale, le persone, i singoli, ma anche le istituzioni hanno il diritto-dovere di reagire. Noi faremo esattamente quello che ha fatto il Presidente della Repubblica per difendere i diritti costituzionali della Presidenza della Repubblica".

(Adnkronos/Ign)

 



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