Feltrin: «Non ho assunto farmaci illegali»
Il triatleta di Ponte di Piave commenta la decisione dell'antidoping di sospenderlo dall'attività agonistica
|
PONTE DI PIAVE - «Ho commesso una leggerezza che pago cara, ma sono in buona fede». Il 36enne triatleta di Ponte di Piave Juri Feltrin (nella foto), sospeso dall’antidoping per testosterone, si difende. E spiega per filo e per segno la sua posizione.
«In primavera – spiega in una nota - mi sono sottoposto ad alcuni esami ematochimici prescritti dal mio medico riscontrando un valore di testosterone pari a 1, quando il valore normale è pari a 4.
In seguito ad alcune visite mediche, in particolare con un medico specialista endocrinologo, mi è stata riscontrata una grave disfunzione ormonale e mi ha diagnosticato un ipogonadismo funzionale».
Il triatleta entra nei dettagli: «In seguito ho iniziato su sua prescrizione una terapia con testosterone sottoforma di gel topico a dosi molto basse.
Nel frattempo il medico che mi seguiva ha inviato al CONI la domanda di esenzione a fini terapeutici, la quale con nostra sorpresa è stata negata. Consultato lo stesso medico , ho eseguito nuovamente l’esame del testosterone che risultava dopo alcune settimane di terapia pari a 2 mg/dl. La sera del 23 giugno alle h 20 si è presentato a casa mia un medico del CONI per un controllo antidoping, a sorpresa, fuori gara, al quale ovviamente sono risultato positivo».
E continua: «Ovvio pensare che il controllo è scattato in seguito alla richiesta di esenzione inviata dal mio medico e non capisco perché non posso visionare gli esami a cui sono stato sottoposto se non pagando 400 euro».
«In ogni caso – prosegue Feltrin - ho agito in buona fede sotto controllo medico e perché ho pensato prima alla salute che all’attività sportiva, mi sono fidato dello specialista che mi seguiva pensando che ben conoscesse le procedure del CONI. Sono consapevole di aver trascurato la procedura avendo iniziato la terapia prima della risposta del CONI, ho agito alla luce del sole senza nascondere nulla cercando di rispettare la normativa».
E conclude: «Non ho assunto farmaci illegali acquistati in modo illecito attraverso il canale di internet o farmacie compiacenti come spesso succede, posso solo ammettere una mia leggerezza nella aver iniziato la terapia prima di ricevere l’esenzione del CONI, la quale non è stata accettata perché non sono nato con questa disfunzione e ora questa leggerezza la sto pagando cara».