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28 marzo 2024

Vittorio Veneto

FENDERL: «SI RITORNI AL SUB-COMODATO»

Minoranze unite contro la decisione della giunta Da Re di riscrivere la convenzione

| Claudia Borsoi |

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FENDERL: «SI RITORNI AL SUB-COMODATO»

VITTORIO VENETOPD, PdL e Sinistra Vittoriese unite per chiedere al sindaco Gianantonio Da Re di bloccare il procedimento di scrittura della nuova convenzione per l’area Fenderl, procedimento che vede protagonisti la Consulta dell’associazionismo culturale vittoriese, la Cooperativa Fenderl onlus e il Coordinamento delle associazioni di volontariato della Sinistra Piave, i soggetti che gravitano sulla struttura.

Al centro della questione – se ne discute ormai da molti mesi – ci sono gli spazi al piano terra dell’edificio al centro dell’area Fenderl, spazi che per la convenzione ora in vigore sono assegnati alla Consulta, ma che servirebbero alla cooperativa Fenderl per rispettare la normativa regionale che chiede per ogni utente del suo centro diurno un certo numero di metri quadrati. Questi spazi ora il comune li vorrebbe assegnare in via diretta alla cooperativa. E’ in corso in questi giorni una revisione della convenzione: entro il 20 gennaio le parti dovranno fare le loro osservazioni e poi, entro la fine del mese, secondo la tabella di marcia della giunta Da Re, si dovrebbe giungere alla redazione condivisa del nuovo documento.

«Il sindaco ritiri il procedimento per la modifica unilaterale della convenzione Fenderl e adotti la soluzione più semplice e indolore: la riedizione del sub-comodato già condiviso e sperimentato nel 2009 – chiedono oggi i consiglieri comunali di minoranza, Giuseppe Costa e Roberto Tonon per il PD, Adriana Costantini di Sinistra Vittoriese e Giorgio De Bastiani del PdL. - Giocare sulle contrapposizioni e sullo scontro frontale è irrispettoso per chi fa volontariato e danneggia tutti, senza risolvere i problemi».

Per i quattro consiglieri di opposizioni tutto si risolverebbe, dunque, se il comune procedesse, così come aveva fatto fino alla fine del 2009, con un sub-comodato, ovvero se gli spazi al piano terra ora assegnati alla Consulta fossero assegnati in via indiretta dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 17, quando il centro diurno funzione, alla cooperativa.

«Va ricordato – continuano Costa, Tonon, Costantini e De Bastiani - che al centro diurno la Regione per l’espletamento del servizio richiede la disponibilità delle superfici prescritte dalle norme, e non l’assegnazione diretta delle stesse al soggetto gestore del servizio. Riteniamo grave e incomprensibile che la giunta leghista, prendendo in ostaggio i più deboli, ancora una volta abbia voluto fomentare divisioni e contrapposizioni e abbia scelto la via dello scontro, ricorrendo – chiudono - al procedimento di modifica della Convenzione, che è palesemente immotivato e inutile».

 



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Claudia Borsoi

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