Per fortuna ci sono gli stranieri (fondamentali per uscire dalla crisi)
A Treviso l'imprenditoria "salvata" da imprese straniere
TREVISO - Non solo dovremmo accoglierli a braccia aperte. Dovremmo ringraziarli. Ogni giorno. Negli anni di crisi che stiamo vivendo, a Treviso, nel Nordest e in tutta Italia l'unica scialuppa che ci permette di non affondare è la presenza degli imprenditori stranieri che, nel 2014, hanno superato quota 80mila solo nel NordEst raggiungendo l'8,2% degli imprenditori totali.
A Treviso, siamo più fortunati che altrove. La Marca infatti, insieme alla provincia di Verona, è quella con più imprenditori stranieri: si parla di 11mila unità ciascuna. Qui l'imprenditoria straniera sfiora il 9% del totale degli imprenditori.
I dati, freschissimi, arrivano dalla Fondazione Leone Moressa che, dopo aver analizzato l'andamento economico del 2014, riferisce come negli anni della crisi la presenza di imprenditori stranieri in Italia sia aumentata. E questo fenomeno ha effetti positivi sull'intero sistema economico: con l'occupazione creata dalle imprese straniere (con benefici anche per l'indotto), con la nascita di nuovi servizi rivolti sia ai connazionali e che agli autoctoni, e con possibilità di costruire legami con i paesi d'origine e attrarre così nuovi investimenti.
Nel periodo cosiddetto "di crisi", cioè quello che va dal 2009 al 2014, nel Nordest gli imprenditori stranieri sono aumentati del 14,1% e questo dato ha fatto da contrappeso alla diminuzione dell'imprenditoria autoctona, che è calata del 6,8%. Gli imprenditori stranieri arrivano dalla Cina, dalla Romania, dalla Svizzera, dalla Germania, dall'Albania, dalla Serbia, dalla Francia, dal Bangladesh, dal Marocco e dalla Nigeria.
Nelle province dove gli arrivi sono maggiori si è registrato un incremento notevole di imprese (e di conseguenza di ricchezza): è il caso di Bolzano, che nel 2014 ha registrato un +25% di imprenditoria straniera. "I dati - rileva una nota della Fondazione - testimoniano la crescente importanza dell'imprenditoria straniera nel sistema produttivo italiano e nel Nord Est. Una realtà in crescita in tutte le regioni e in tutti i settori, che non solo può rappresentare un contributo fondamentale per l'uscita dalla crisi, ma che può diventare anche un veicolo utile a creare sinergie con gli imprenditori locali e ad attrarre nuovi investimenti".
Insomma, per fortuna di sono loro: gli stranieri. Che, in un periodo di crisi in cui il divario tra ricchi e poveri cresce a tal punto da bloccare l'intero sistema economico, ci danno una mano. A far girare i soldi, a produrre ricchezza, benessere. A farci crescere, insomma. E non solo dal punto di vista intellettivo, sociale e culturale. Ma anche prettamente economico.