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16 aprile 2024

Vittorio Veneto

Fregavano i bar di Vittorio Veneto con la truffa del resto, beccate due donne

Sono due donne di origine nomade di Udine

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Fregavano i bar di Vittorio Veneto con la truffa del resto, beccate due donne

VITTORIO VENETO - I Carabinieri della Stazione di Vittorio Veneto, a termine di un’intensa attività investigativa, hanno denunciato in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Treviso due donne, una classe 1979 e una classe 2000, di origine nomade domiciliate in provincia di Udine, che si sono rese responsabili, in diverse occasioni, della cosiddetta “truffa del resto” in danno di alcuni esercizi commerciali di Vittorio Veneto.

 

L’indagine ha preso avvio quando, lo scorso 9 ottobre, il titolare della Pasticceria Dolomiti di Piazza Fiume ha denunciato che in data 4 ottobre una ragazza con in braccio un infante, accompagnata da una donna più anziana, ha effettuato il pagamento di una brioche con una banconota da 50 € alla cassa; una volta ricevuto il resto la ragazza ha informato la cassiera di aver trovato della moneta, chiedendo quindi la restituzione della banconota da 50 € ma, intuita la malafede delle donne, la cassiera si è rifiutata, riferendo loro di aver già consegnato il resto. Le due donne, vistesi scoperte, si sono dileguate ma venivano seguite dal titolare che le osservava allontanarsi a bordo di una Suzuki Swift con targa italiana.

 

L’altro episodio, sempre in danno della Pasticceria Dolomiti, si è registrato in data 06 ottobre quando le due donne, con lo stesso modus operandi, hanno acquistato due pasticcini pagandoli con una banconota da € 50; ottenuto il resto le donne hanno raggirato la cassiera (un’altra dipendente diversa da quella del 4 ottobre), riuscendo in questa occasione a farsi riconsegnare la banconota da € 50. In data 15 ottobre, presso la Stazione Carabinieri di Cordignano il titolare del Bar Cristallo di Vittorio Veneto denunciava di aver subito presso la sua attività commerciale, la cosiddetta truffa del resto patita in data 04 ottobre da una sua dipendente.

 

Nello specifico ha denunciato che nel primo pomeriggio avevano fatto ingresso bar due donne, di cui una più anziana con in braccio un infante ed una ragazza e, mentre la prima distraeva uno dei dipendenti, la seconda aveva effettuato il pagamento di una bottiglietta d’acqua con una banconota da € 50; una volta ricevuto il resto, la giovane aveva informato la dipendente di aver trovato della moneta chiedendo la restituzione della banconota da € 50, ma nonostante le rimostranze della dipendente che le riferiva di averle già consegnato il resto, dopo numerose insistenze, raggirandola, era riuscita a farsi restituire la banconota da € 50.

 

In data 26 ottobre, presso la Stazione di Vittorio Veneto, la titolare dell’attività commerciale “Merceria via Manin” di Vittorio Veneto aveva denunciato di esser stata vittima della cosiddetta truffa del resto in data 24 ottobre alle ore 18.00 ad opera di una ragazza con infante ed una donna più anziana.

 

Nella circostanza riferiva che la donna aveva effettuato il pagamento di un’etichetta pagandola in moneta, ma dopo pochi istanti aveva chiesto di cambiarle una banconota da € 50, mentre nel contempo la ragazza incominciava a tartassarla di domande e, confondendo la denunciante, la aveva indotta a consegnare due banconote da € 20 ed una da 10 € alla donna, non facendo caso che in realtà non le aveva consegnato la banconota da € 50. Subito dopo il raggiro le due donne con il bambino si erano dileguate a piedi. Mediante la ricerca sui lettori targhe del Comune di Vittorio Veneto, si è accertata la presenza in città della Suzuki Swift notata nel primo episodio anche nelle altre occasioni in cui sono state denunciate le truffe del resto.

 

Dall’autovettura i Carabinieri sono risaliti alle due donne che la utilizzavano, le cui immagini sono state estrapolate dai sistemi di videosorveglianza della Pasticceria Dolomiti e del Bar Cristallo e, mediante esibizione in un fascicolo fotografico, sono state riconosciute anche dalla titolare della “Merceria Via Manin”, che non è dotata di impianto di videosorveglianza.

 



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