VENEZIA - Una colonna di fumo nero, le fiamme che si vedevano da lontano levarsi ieri sera, mercoledì, dal centro storico di Venezia ha fatto tornare l'incubo incendio, riaccendendo la memoria su quelli più dolorosi, a cominciare dal rogo del Teatro La Fenice. A bruciare è stato un padiglione dismesso dell'ospedale Civile, lungo rio dei Mendicanti, a lato del campo dei Santi Giovanni e Paolo.

Le fiamme, per cause tutte da stabilire, hanno colpito il terzo piano dell'ex padiglione di Medicina 'Uno'. Un piano inutilizzato. Al primo c'è il servizio per la dialisi e al secondo un laboratorio: aree vuote al momento dello scoppio dell'incendio. A dare l'allarme è stato un custode. Il fumo si è diffuso anche in una vicina cella campanaria dell'area ex conventuale al cui interno c'è l'ospedale.

Nessun problema alle persone presenti nell'area ospedaliera. Immediato l'intervento dei vigili del fuoco, con diverse squadre, che hanno circoscritto l'area, domato le fiamme e messo in sicurezza l'intera zona, poi presidiata per controllare eventuali nuovi focolai prima di avviare le cosiddette attività di smassamento, ovvero l'abbattimento di travi, copertura del tetto e pareti pericolanti.

Dal punto di vista del funzionamento dell'ospedale, di fatto in padiglioni nuovi e distanti dall'area colpita almeno un centinaio di metri, non si sono registrati problemi. Il pronto soccorso ha continuato a funzionare. Nei reparti sono state chiuse solo le finestre per evitare eventuali rischi alla respirazione. Secondo fonti dell'Ulss 12, l'ospedale è perfettamente funzionante. Questa mattina l'attività sarà regolare, compreso il servizio di dialisi che potrà essere effettuato in altri spazi rispetto a quello reso inagibile.

Il fumo provocato dalle fiamme ha prodotto un odore acre che si è diffuso in ampie zone della città lagunare.