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29 marzo 2024

Esteri

Gaza sotto le bombe, colpito Media Center

Obama chiama Morsi e Netanyahu

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Gaza sotto le bombe, colpito Media Center

GAZA - Ancora sangue nella Striscia di Gaza, dove non si fermano i bombardamenti israeliani. Al lavoro per fermare il conflitto il presidente americano Barack Obama che ha chiamato il presidente egiziano Mohamed Morsi ed il premier israeliano Benjamin Netanyahu.

"I due leader hanno parlato del modo in cui si può arrivare a una deescalation della situazione a Gaza ed il presidente Obama ha sottolineato la necessità che Hamas ponga fine al lancio di razzi in territorio israeliano", ha dichiarato la Casa Bianca riferendo del colloquio tra Obama e Morsi.

Nel colloquio con Netanyahu, Obama "ha ricevuto un aggiornamento della situazione a Gaza e Israele", ha riferito la Casa Bianca. "Nei due colloqui Obama ha espresso dolore per la perdita di vite umane tra i civili israeliani e palestinesi ed ha infine concordato di mantenersi in stretto contatto con i due leader", ha detto ancora la Casa Bianca.

Oggi è stata un'altra giornata di ostilità e vittime. Uno dei raid israeliani ha colpito nel pomeriggio l'edificio che ospita le sedi di varie televisioni locali e internazionali, facendo almeno 3 vittime e alcuni feriti. Fra i morti, invece, ci sarebbe un comandante delle Brigate al-Quds, braccio armato della Jihad Islamica. Bombe anche nei campi profughi: due palestinesi sono rimasti uccisi nel campo di An-Nasirat, nella parte centrale della Striscia di Gaza, due ad al-Barij.

Questa mattina un elicottero israeliano ha sparato un missile su un'auto nella città di Deir Al-Balah, uccidendo tre persone. Poco prima gli aerei israeliani F16 hanno colpito tre case nel quartiere di Al-Zeitoun e quattro persone hanno perso la vita, tra cui un bambino e due giovani donne. In precedenza altri raid avevano portato all'uccisione di tre miliziani della Jihad.

Dall'inizio dell'offensiva, Israele ha dichiarato di aver colpito 1.350 obiettivi sensibili, mentre secondo quanto riferiscono Hamas e la Jihad islamica sono oltre 1.500 i razzi lanciati da Gaza. Grave il bilancio delle vittime: in sei giorni sono stati uccisi 100 palestinesi, secondo quanto riferisce il ministero della Salute, gestito da Hamas, sulla sua pagina Facebook.

Allarmante il numero dei morti civili. Secondo il Comitato Italiano per l'Unicef almeno 18 bambini palestinesi hanno perso la vita e 252 sono quelli rimasti feriti dall'inizio delle ostilità. Inoltre, ci sono bambini tra i 50 civili israeliani feriti. I dati sono aggiornati alle 15 di ieri ma il bilancio, secondo l'Unicef, è destinato ad aggravarsi. Non solo. Secondo l'organizzazione delle Nazioni unite, a Gaza desta allarme soprattutto la situazione sanitaria: "Gli ospedali sono sovraffollati a causa dell'afflusso continuo di feriti e le scorte di alcuni farmaci si sono rapidamente esaurite".

La diplomazia si muove per cercare la tregua. Oggi il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon si è recato al Cairo per discutere della crisi di Gaza con la leadership egiziana all'indomani dell'appello lanciato a Israele e Hamas "a collaborare con gli sforzi condotti dall'Egitto per raggiungere un immediato cessate il fuoco".

Secondo la tv satellitare al-Arabiya, che cita fonti non meglio identificate, israeliani e palestinesi avrebbero raggiunto un accordo di principio per una tregua, ma mancherebbe ancora un'intesa sulle modalità di attuazione. Hamas vorrebbe infatti l'immediata entrata in vigore della tregua e la fine degli omicidi mirati, mentre Israele sarebbe più propenso ad un'attuazione 'per fasi' dell'accordo. Israele, stando ad 'al-Arabiya', proporrebbe dapprima l'entrata in vigore della tregua e successivamente la revoca graduale dell'embargo imposto alla Striscia di Gaza.

I ministri degli Esteri dell'Unione Europea chiedono lo stop immediato del conflitto: "Tutti gli attacchi devono terminare immediatamente - si legge nelle conclusioni del Consiglio affari esteri - dal momento che causano sofferenze ingiustificabili a civili innocenti". Espressa "la grave preoccupazione" per la situazione nella Striscia e nello Stato ebraico ed "il profondo rammarico" per la perdita di vite, i ministri dei 27 chiedono "un'urgente de-escalation e la cessazione delle ostilità".

Un appello condiviso anche dal ministro degli Esteri Giulio Terzi che in un'intervista all'emittente Cnn ha detto: "la crisi in Medio Oriente deve essere fermata. Il cessate il fuoco deve essere inclusivo e quindi comprendere tutte le forze, Jihad, Hamas e sostenibile nel senso che devono esservi garanzie nel lungo periodo per la sicurezza di Israele".

(Adnkronos/Ign)

 


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