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20 aprile 2024

Vittorio Veneto

I genitori contro il vigneto vicino all'asilo dei loro figli: "Il sindaco ci ha scaricati"

I genitori si dicono amareggiati per lo stop alla trattativa

| Claudia Borsoi |

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| Claudia Borsoi |

I genitori contro il vigneto vicino all'asilo dei loro figli:

VITTORIO VENETO - «Il nostro sindaco ci ha scaricato di fronte all’opinione pubblica». I genitori dei bambini iscritti all’asilo di San Giacomo di Veglia, al lato del quale a febbraio è sorto un vigneto, si dicono amareggiati per lo stop alla trattativa, annunciato dal sindaco Antonio Miatto, che da alcuni mesi era in piedi con i proprietari del terreno di via San Fermo. E ora confidano nella decisione del Tar del Veneto.

 

L’udienza si terrà il 4 dicembre, mentre per gennaio è attesa la sentenza che dovrebbe così mettere dei paletti alla situazione che si è venuta a creare. «Giunti a questo punto, dopo che per mesi abbiamo cercato un dialogo costruttivo con tutte le parti in causa, la nostra pazienza si è esaurita – affermano i genitori -. Leggere sui giornali che le trattative sono saltate per colpa delle nostre richieste è sgradevole. Passi che lo dica la proprietà, agli attacchi della quale siamo abituati, ma quando è il nostro sindaco a lasciarlo intendere nelle sue dichiarazioni alla stampa, allora fa male».

 

Solo pochi giorni fa, sulla questione è intervenuta anche la proprietà, la tenuta agricola San Martino. «Le richieste dei genitori recapitate al sindaco che la proprietà non ha potuto accettare sono, ad esempio, orari per certe lavorazioni, modalità esecutive dei lavori e addirittura l’obbligo di preferire, per potatura e vendemmia, l’impiego di cooperative sociali» affermano i legali della tenuta agricola.

 

«Nessuna richiesta inaccettabile – dicono i genitori -. Anche se non perfetta o come nessuna delle parti la sognava, l'ultima versione della convenzione propostaci era comunque buona. Noi avevamo solo chiesto di aggiungere alcune accortezze in più a tutela della salute dei bambini, senza obbligare o minacciare nessuno perché le accettasse. La nostra richiesta di installare un anemometro era data dalla volontà di evitare sterili polemiche, a vantaggio della stessa proprietà. E volevamo che venissero rispettate le disposizioni dell’Ulss contenute nell'ordinanza sindacale del 13 marzo e inserite nel regolamento intercomunale di polizia rurale, dove testualmente si legge che: "i trattamenti con prodotti fitosanitari possono essere effettuati solo nell’orario di chiusura del plesso, e comunque dopo il termine delle lezioni"».

 



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Claudia Borsoi

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