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29 marzo 2024

Nord-Est

La Giunta regionale non vuole la città metropolitana

Orsoni, è spot elettorale; Zaia, ricorsi sono un diritto

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La Giunta regionale non vuole la città metropolitana

VENEZIA, 2 GIU - La Giunta regionale del Veneto sulle barricate contro la legge che istituisce le città metropolitane. L'esecutivo di Palazzo Balbi (in foto) si è riunito oggi in via straordinaria dando mandato all'Avvocatura regionale di proporre alla Corte Costituzionale l'impugnativa della legge che detta "Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni".

Secondo quanto trapela nei corridoi della giunta veneta, l'esempio potrebbe essere seguito a stretto giro di posta da altre regioni come la Lombardia. "Abbiamo voluto con forza questo ricorso perché la città metropolitana si delinea come l'ennesimo, inutile e incostituzionale carrozzone - spiega il presidente Luca Zaia -. Gli effetti della legge Delrio saranno paradossali: il primo e più evidente sarà che l'intera popolazione della provincia di Venezia si troverà ad avere come proprio sindaco metropolitano quello della città capoluogo, senza averlo né scelto né democraticamente eletto. Una sorta di supercommissario che lavorerà, è evidente, nell'interesse prevalente di chi lo ha eletto e non degli abitanti di tutto il territorio metropolitano".

Per Giorgio Orsoni, sindaco di Venezia e coordinatore nazionale in sede Anci delle città metropolitane, la giunta veneta di centrodestra ha semplicemente "voluto fare uno spot elettorale in vista del secondo turno delle amministrative". "L'impostazione che viene data al preannunciato ricorso - continua Orsoni, bollando l'esecutivo veneto di 'arretratezza culturale' - dimostra come non si sia voluto capire quale è il senso della riforma Delrio". "Mi meraviglia inoltre che l'incarico di predisporre il ricorso - la stoccata finale del sindaco - sia stato affidato al prof. Luca Antonini, ordinario di diritto costituzionale presso l'Università di Padova, un consulente del governo che ha collaborato alla predisposizione del testo della legge Delrio".

Pronta la replica a stretto giro del governatore del Veneto, che rimanda al mittente l'accusa di voler fare uno spot elettorale in una fase segnata dal ballottaggio delle elezioni comunali. "La stizzita reazione del sindaco Orsoni - osserva Zaia - al ricorso della Regione Veneto contro la legge Delrio e l'assurdità delle città metropolitane puzza tanto di lesa maestà". Dice la sua anche il costituzionalista Luca Antonini, che ha coadiuvato l'Avvocatura della Regione Veneto nel ricorso alla Consulta della legge 56."I tempi per il ricorso, che scadranno venerdì 6 giugno, sono decisi dalla legge - spiega all'ANSA - vale a dire 60 giorni dopo la pubblicazione del testo, quindi - sottolinea - non c'è nessuna volontà di voler fare uno spot elettorale".

La legge Delrio, rileva ancora Zaia, rappresenta "una violazione evidente dei diritti di rappresentanza dei cittadini della provincia di Venezia. Una riforma allucinante e aberrante".

Le contestazioni del Veneto si incentrano soprattutto sul fatto che la istituzione di una città metropolitana deve essere effettuata con procedura costituzionale che veda una azione propulsiva delle comunità locali e la partecipazione delle Regioni. Inoltre, nel prevedere che la città metropolitana coincida con il territorio della provincia, la legge contempla anche per i comuni capoluogo limitrofi la possibilità di aderirvi. Anche in tal caso, sostiene il Veneto, senza consultare le popolazioni interessate, ma prevedendo che, anche qualora la Regione interessata esprima parere contrario alle proposte di adesione formulate dai Comuni, sia il Governo a intervenire proponendo al Parlamento un disegno di disegno di legge contenente le modifiche territoriali di province e città metropolitane.

 


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