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19 aprile 2024

Italia

Grasso, "Vorrei una legge di una sola riga: chi fa politica non può avere altri interessi"

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Grasso,

ROMA - "Il rapporto tra politica e giustizia è ancora una volta centrale sia in campagna elettorale che per il futuro governo del Paese".

Pietro Grasso, magistrato, ex procuratore nazionale antimafia e candidato capolista PD al Senato nel Lazio, in un'intervista a Repubblica Tv, ha ribadito che la prima legge da fare è quella sul conflitto di interessi. "Forse è una proposta velleitaria, ma farei una legge di una sola riga che recita così: 'Chi fa politica non può avere altri interessi. Voglio sganciarmi dal dato giudiziario - ha aggiunto - però una cosa devo dirla: come può un presidente del Consiglio essere tale nonostante sia proprietario di importanti aziende televisive e di informazione. Ripeto, chi fa politica non può avere altri interessi. Non solo chi fa parte del Governo, ma anche i singoli parlamentari. Dobbiamo avere come primo interessa la vita e il bene dei cittadini"

Grasso ha ricordato che "la riforma della giustizia è una cosa di cui si parla da anni. Innanzitutto c'è bisogno di smetterla di considerare riforme dei provvedimenti totalmente parziali. Servono leggi urgenti e altre di lungo termine per ricostruire l'intero ordinamento giudiziario. La riforma - ha sottolineato - deve essere accompagnata anche da altri provvedimenti e passare per tre stadi: varare una legge sul conflitto d'interessi, colpire l'economia criminale e riformare ulteriormente la legge anticorruzione perché quello che è stato fatto non basta. C'è bisogno di inserire tra i reati quelli di autoriciclaggio e falso in bilancio".

Secondo Grasso questi provvedimenti devono essere accompagnati da altre due riforme: una della legge elettorale e l'altra della legge sulla prescrizione. "I colletti bianchi - ha detto - con buoni avvocati la fanno franca mandando il processo in prescrizione. Dovemmo risolvere il problema alla radice; in altri Paesi una volta che inizia il processo non c'è nessuna prescrizione. La nostra è una corsa contro il tempo. I nostri processi durano da dieci a dodici anni, la media europea è di sei. Dovrà essere una riforma strutturale".

L'ex magistrato ha concluso l'intervista dicendo: "Ho combattuto le mafie tutta la vita, ora cambierò funzione ma i miei obiettivi di legalità, giustizia e sicurezza resteranno gli stessi. Vorrei impiegare il mio spirito battagliero, speso in tanti anni di lavoro da magistrato, su un altro fronte".
 

 


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