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17 aprile 2024

Italia

Grillo difende Paoli: "Gioco al massacro"

Ma i 5 Stelle insistono: "Lasci la Siae, da Beppe nessuna ingerenza"

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Grillo difende Paoli:

"Premetto che Gino Paoli è mio amico da molti anni e che spesso le nostre famiglie si incontrano vivendo nella stessa zona di Genova. Quindi potrei essere considerato poco obiettivo. Ma a questo gioco al massacro di una persona di 80 anni non pregiudicato, mai inquisito, per alcunché, che mi risulti, io non ci sto! I cittadini sono diventati vittime sacrificali, mostri da sbattere in prima pagina senza che possano difendersi in alcun modo".

Beppe Grillo in un post dal titolo 'Sapore di sale' difende il cantautore genovese indagato per evasione fiscale. E attacca gli "sciacalli dell'informazione".

"Il Secolo XIX - scrive Grillo - ha pubblicato un titolo di condanna che non ammette replica: 'Maxi evasione in Svizzera, blitz della Finanza a casa di Gino Paoli' dal quale un lettore distratto evince che Paoli avrebbe evaso senza alcun dubbio cifre persino superiori al Costituzionalista di Arcore condannato per truffa fiscale. Nell'articolo si legge 'Le Fiamme gialle stanno indagando su una presunta maxi evasione in Svizzera'. Quindi - evince il leader M5S - per ora 'l'evasione è presunta'". "Continuiamo: 'Paoli risulta indagato: a metterlo nei guai sarebbero alcune intercettazioni di conversazioni avvenute con il suo commercialista'. Quindi 'sarebbero', che in italiano - osserva Grillo - vuol dire forse che si, forse che no.

Poi in una sola frase che vuole essere di condanna senza appello si introducono ben tre dubbi amletici: 'Secondo l’accusa il cantautore genovese (che attualmente ricopre la carica di presidente della Siae) avrebbe trasferito nel 2008 due milioni di euro all’estero, si ipotizza in Svizzera'". Secondo l'accusa a cui si potrebbe ribattere il contrario scrivendo 'Secondo la difesa', 'avrebbe trasferito' e dagli con il condizionale. Paoli ha trasferito illegalmente i soldi o no? E infine la perla: 'si ipotizza in Svizzera', ma per questo si potrebbe ipotizzare qualunque posto nel mondo, per esempio dove hanno trasferito (qui senza condizionale) soldi pubblici i partiti".

Secondo Grillo, "l'immagine che si vuole traferire è quella di Paoli 'spallone' con un sacco pieno di euro che valica le Alpi, magari di notte con la luna piena. Nell'articolo è compresa anche una ricca fotogallery della visita dei finanzieri e giornalisti vari a casa di Paoli e poi un'altra coppia sensazionale di condizionali nel resto dell'articolo :'L’evasione fiscale, secondo gli investigatori, ammonterebbe quindi a circa 800 mila euro e non sarebbero stati dichiarati nel 2009. L'evasione fiscale ammonterebbe ... che non sarebbero. Un articolo costruito su delle ipotesi che si para il culo con l'uso dei condizionali". "Sbatti il mostro in prima pagina.

Nel caso Paoli risulti innocente, e questo lo decideranno i giudici e non i giornalisti, - chiede il leader M5S - chi lo risarcirà? Il Secolo XIX si sdegna per 'la mancanza di rispetto dell’amico Beppe Grillo. Ieri il Movimento 5 Stelle che ha chiesto le dimissioni di Paoli da presidente della Siae. La fretta con la quale Grillo ha mosso i suoi, però, è sintomo di un giustizialismo cinico, per nulla democratico'". "Io non ho 'mosso i miei' contro Gino Paoli - chiarisce Grillo - Come ho scritto, aspetto la magistratura prima di emettere qualunque giudizio, alla faccia degli sciacalli dell'informazione. Sapore di sale".

Ma la difesa di Grillo non ferma i parlamentari pentastellati che tirano dritto sulla richiesta di dimissioni di Gino Paoli. "In un Paese normale Paoli si sarebbe dimesso da un pezzo... Chiaro che non cambiamo posizione". E esclude che Grillo si sia scusato per la posizione del M5S. "Non credo - dice all'Adnkronos il capogruppo alla Camera Fabiana Dadone - saranno voci di corridoio. Se lo ha detto il suo legale, se ne assumerà la responsabilità". A suggerire al cantante di "valutare seriamente le dimissioni dalla sua carica" di presidente della Siae ieri il gruppo M5S Camera.

"Il discorso è questo - spiega all'Adnkronos Sergio Battelli, deputato 5 Stelle che si è occupato della questione - se sei indagato e rivesti una carica pubblica, tra l'altro in una società come la Siae che a nostro avviso non lavora affatto come dovrebbe né tantomeno tutela gli artisti, non devi restare lì. La nostra posizione è questa e non cambia. In un Paese normale Paoli si sarebbe dimesso da un pezzo ed è scandaloso non l'abbia ancora fatto".

Le posizioni dei 5 Stelle, assicurano i grillini, vengono decise dal gruppo, senza ingerenze. "Beppe non ci ha chiamato ieri, come qualcuno mentendo ha scritto - assicura Battelli - e se invece ha chiamato Paoli è perché sono amici. Ma che si sia scusato per quanto fatto dal M5S questo lo escludo, mi sembra assurdo. Gli avrà chiesto piuttosto in che guaio si è cacciato, cosa ha combinato. Beppe su queste cose la pensa come noi e non cambia a seconda di chi ha davanti a sé". Poco dopo il blog di Grillo ha pubblicato il post in cui il leader M5S difendeva il cantautore genovese confermando di non aver mai mosso i suoi contro Gino Paoli.

 



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