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28 marzo 2024

Treviso

Guerra sui Panevin: "Conte guarda alla tradizione e non alla salute"

Calesso contro la scelta della giunta Conte di permettere i maxi falò

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

Guerra sui Panevin:

TREVISO - “Limitare le dimensioni dei panevin per contribuire al contenimento dell’inquinamento atmosferico, fu una delle decisioni “coraggiose” dell’amministrazione Manildo. Perché è innegabile nel nostro territorio la forza della tradizione dei roghi dell’Epifania. Il sindaco Conte invece, preferisce tornare indietro”.

A criticare la nuova ordinanza sui panevin è Luigi Calesso di Coalizione Civica. In particolare contesta la scelta dell’amministrazione di aver consentito nuovamente i grandi falò.

“La decisione presa dalla passata amministrazione Manildo - sostiene Calesso - è stata anche una decisione utile perché i livelli di emissioni inquinanti nell’aria registrati a seguito di quella decisione sono stati nettamente inferiori a quelli che le centraline segnalavano negli anni precedenti. tanto che – in vigenza di quella ordinanza – le concentrazioni di Pm10 erano inferiori a Treviso rispetto a Meduna di Livenza (dove l’Arpav rileva la qualità dell’aria con un’altra centralina)”.

“Anche in quell’occasione ci furono le polemiche “leghiste” che durarono un giorno, ma la tradizione è tranquillamente sopravvissuta alla limitazione dell’altezza dei panevin, il momento di incontro e di festa c’è stato comunque, la cultura trevigiana è uscita indenne dall’ordinanza del Comune di Treviso”.

Per Calesso sostenere oggi che il raddoppio dell’altezza consentita per i fuochi dell’Epifania è un “tributo alla tradizione” significa “semplicemente ripiegare su una concezione anti moderna del mondo: sono tantissime le tradizioni (da quelle enogastronomiche a quelle venatori, a quelle ludiche) che nel corso del tempo sono state limitate o del tutto eliminate dalla necessità di far prevalere la tutela della salute su ogni altra considerazione”.

“Nessuno si sognerebbe oggi di sdoganare procedimenti di confezione dei cibi o prodotti per l’alimentazione che durante gli anni sono stati vietati proprio in nome dell’esigenza di salvaguardare la salute delle persone, nessuno farebbe prevalere ragioni “di tradizione”. Sui panevin, invece, visto che le limitazioni sono ancora recenti, il sindaco preferisce tornare indietro, magari fino a quando non sarà una normativa nazionale a imporre (senza possibilità di deroga) quello che oggi è regolamentato a livello comunale. E’ triste constatare che qualche presunta ragione di consenso prevalga sulle ragioni della scienza, della salute, dell’ambiente, insomma sulle ragioni della modernità”.

 


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Isabella Loschi

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