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19 aprile 2024

Vittorio Veneto

INCASTRATO DAL DNA

Rapinatore scoperto dopo dieci anni. Grazie alla saliva

| Milvana Citter |

| Milvana Citter |

INCASTRATO DAL DNA

Vittorio Veneto – Incastrato dal DNA, rapinatore finisce in carcere per due rapine compiute nel 2000 e nel 2009. Fondamentale per la sua individuazione il lavoro dei Ris di Parma sui campioni biologici che hanno consentito di risalire al genotipo dell’uomo, un giostraio nullafacente di Chiarano.

Questa mattina quando i carabinieri sono arrivati a casa sua con un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, Alex Lucchese (nella foto a lato), giostraio 39enne nullafacente è rimasto sorpreso di fronte alle accuse di cui deve rispondere e precisamente rapina in concorso, furto d’auto e porto illegale d’armi.

Sorpreso soprattutto perché le accuse non riguardano solo la rapina compiuta nel luglio dello scorso anno alla Cassa di Risparmio di Gaiarine, ma anche un colpo analogo messo a segno quasi 10 anni fa, nel settembre del 2000, alla Banca di Credito Cooperativo delle Prealpi di Vittorio Veneto. Ad incastrarlo un lavoro d’indagine andato avanti per ben 10 anni, durante i quali Lucchese è pure finito in carcere a Belluno per reati analoghi compiuti in quella provincia.

Ad incastrare l’uomo un campione biologico che i Carabinieri di Vittorio Veneto hanno rinvenuto sull’auto una Fiat Croma rubata, usata da Lucchese nell’assalto al Credito Cooperativo vittoriese. Una rapina particolarmente efferata, cinque uomini a volto coperto armati di taglierino che minacciando il personale dell’istituto di credito erano riusciti a farsi consegnare 120 milioni di vecchie lire.

I reperti sono stati inviati al Ris per le analisi e l’estrazione del Dna che è stato quindi inserito in banca dati Nel luglio 2009, un altro colpo, questa volta alla Cassa di Risparmio di Gaiarine, con un modus operandi molto simile: due uomini a volto coperto, armati di taglierino erano riusciti a farsi consegnare 41 mila euro ed erano poi fuggiti a bordo di una Wolsfwagen Polo rubata, ritrovata abbandonata poco dopo. Sull’auto i Carabinieri di Conegliano avevano provveduto a repertare materiale biologico anche questo spedito al reparto scientifico di Parma.

Qualche mese prima, nel febbraio dello scorso anno, Lucchese era stato fermato da una pattuglia dei Carabinieri di Oderzo e sottoposto ad identificazione. In quell’occasione i militari dell’Arma avevano prelevato un campione di liquido salivare del giostraio e del figlio che in quel momento si trovava con lui. Anche questi campioni sono stati inviati ai tecnici del Ris che a questo punto hanno potuto effettuare la comparazione sulla base della quale il Gip del Tribunale di Treviso Umberto Donà ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Alex Lucchese, che tra il 2000 e il 2009 è stato anche in carcere a Belluno per alcune rapite compiute in quella provincia, è stato quindi condotto a Santa Bona.

Le indagini proseguono per arrivare all’identificazione anche dei complici del giostraio grazie ad altri campioni prelevati durante le indagini: “Siamo fiduciosi – commenta il comandante dei Carabinieri di Vittorio Veneto Giancarlo Carraro (nella foto sopra) – di riuscire a dare un nome anche agli altri rapinatori, collegando i risultati delle analisi a persone vicine a Lucchese. Questo arresto è un segnale molto importante per la malavita, perché conferma che, anche a distanza di tempo, si perseguono i responsabili di reati”.

 


| modificato il:

Milvana Citter

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