VITTORIO VENETO - “Se l’iniziativa proposta fosse stata considerata imparziale e super partes, sarebbe stata accolta e sostenuta dalla autorità scolastiche e fatta svolgere in orario di lezione, senza tenere in alcun conto le segnalazioni avanzate dal Comitato per il NO”. L’annullamento dal parte della scuola Franceschini dell’incontro che si sarebbe dovuto svolgere oggi al teatro Da Ponte con gli studenti delle scuole superiori e il costituzionalista Sandro De Nardi è, come fa notare il Comitato per il No di Vittorio Veneto, un'azione eloquente.

Insomma, se gli organizzatori - che si sono difesi dalle accuse dicendo che in programma c’era una semplice "lezione sulla Costituzione" - fossero sicuri di essere nel giusto non avrebbero di certo annullato l’incontro per alcune osservazioni emerse. Ma la realtà è che, le segnalazioni, erano valide: “Considerato che per il prof. De Nardi (come per chiunque altro) sarebbe stato impossibile evitare di far trapelare il suo favore per la riforma (altrove palesemente esplicitato) - spiega il comitato per il NO - abbiamo proposto agli Istituti responsabili della decisione e all’Associazione organizzatrice di affiancare al relatore una figura istituzionale (un giudice) per proporre alla libera scelta degli studenti voci di diverso orientamento. Si è trattato di un atto di piena collaborazione, rafforzato dalla dichiarazione di voler compartecipare alla spesa”.

Niente da fare: è preferito annullare il tutto. “Se ha scelto di annullare l’iniziativa piuttosto che comunicare alle autorità scolastiche la propria disponibilità a considerare la proposta - nota il comitato - non si vede come l’Associazione organizzatrice possa evitare di assumersene la responsabilità”. “Ricordiamo - conclude il comitato - che il “Flaminio” e il “Munari” hanno bocciato immediatamente l’iniziativa, seguiti dopo qualche giorno dal “Città della Vittoria”, e che in tutti gli Istituti si sono manifestate subito perplessità, anche considerato il fatto che molte altre scuole hanno organizzato incontri correttamente impostati sul contradditorio, sui quali né gli uffici scolastici sovraordinati né la prefettura hanno trovato nulla da eccepire”.