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23 novembre 2024

Valdobbiadene Pieve di Soligo

INDESIT: OPERAI IN STRADA PER SALVARE IL POSTO DI LAVORO

La notizia della chiusura è arrivata come un fulmine a ciel sereno ai 96 dipendenti

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REFRONTOLO - “Nessun pezzo uscirà dalla Indesit almeno fino al 17 giugno, quando finalmente l’azienda ci comunicherà che cosa intende fare”.

A dichiararlo i rappresentanti sindacali e i lavoratori dello stabilimento di via Crevada a Refrontolo che oggi, giovedì 10 giugno, hanno protestato con un blocco stradale contro la notizia della decisione della proprietà di chiudere la sede trevigiana e spostare la produzione nelle Marche.

Una notizia arrivata come un fulmine a ciel sereno per i 96 dipendenti, informati non dall’azienda ma dalla stampa: “Il modo in cui la notizia ci è stata comunicata – commentano i dipendenti – dimostra che non c’è più rispetto per i lavoratori. Abbiamo un’ottima rete di referenti sindacali, che ha sempre collaborato con l’azienda, dovevano comunicarlo a loro prima di uscire sui giornali”.

Un atteggiamento da parte della famiglia Berloni, proprietaria di Indesit, che ha meravigliato tutti, a cominciare dai sindacati. La reazione dei lavoratori è stata però immediata, questa mattina tre ore di sciopero, manifestazione davanti allo stabilimento e blocco del traffico per una mezz’oretta con la conseguenza di una coda di qualche chilometro fino al centro di Pieve di Soligo.

Un’azione forte con la quale sindacati e dipendenti intendono mandare un chiaro messaggio all’azienda: la vertenza sarà dura.

“L’obiettivo – spiega Loris Scarpa, Segreterio Fiom Cgil - è assolutamente far cambiare opinione alla proprietà. Questo è uno stabilimento storico, ci sono produzioni specializzate e non esiste che arrivi qualcuno a decidere che qua si chiude. La produzione deve rimanere qui, i lavoratori non possono essere parcheggiati con gli ammortizzatori sociali ma devono poter lavorare”.

Già decise le prime iniziative a cominciare da uno sciopero a singhiozzo, di un’ora al giorno che consentirà di bloccare la produzione. I dipendenti organizzeranno anche un presidio permanente che rimarrà attivo anche durante il fine settimana al fine di evitare che, ad azienda chiusa, inizi lo smantellamento.

“Metteremo in campo – continua Scarpa -, anche iniziative pubbliche per fare in modo che le istituzioni ci appoggino. Troveremo modi e forme, sicuramente gradiremmo un’assemblea con i politici del territorio”.

Risposta che dalle istituzioni locali sta già arrivando, il sindaco Mariagrazia Morgan ha infatti già annunciato la sua disponibilità a sostenere i lavoratori. “E’ una situazione drammatica – spiega il primo cittadino -. Ho avuto la notizia da un rappresentante dell’azienda che non ha lasciato grandi speranze su una soluzione diversa. Noi comunque ci batteremo per far sì che cambino idea ma, se come pare la decisione è definitiva, cercheremo di sostenere i lavoratori. Ho sentito stamattina l’assessore provinciale Farnea che mi ha dato la sua disponibilità per gantire ai lavorati gli ammortizzatori sociali e soprattutto per quello che sarà ancora più difficile e cioè il loro ricollocamento nel mondo del lavoro in questo momento davvero difficile”.

Un anno fa la crisi dell’Ape, conclusasi con la chiusura dell’azienda, oggi il caso Indesit e domani, a Codognè, a scendere in piazza saranno gli operai della Ortolan Spa, azienda che sta andando verso il concordato fallimentare con 67 lavoratori che rischiano il posto di lavoro. Una realtà industriale, quella trevigiana, che si sta lentamente sgretolando.

“Siamo preoccupati – spiega Ottaviano Bellotto, Cgil Conegliano-Vittorio Veneto -, perché in questo territorio abbiamo registrato una perdita di 600 posti di lavoro. Oggi anche questa cessazione di attività. Ci chiediamo quale sarà il futuro industriale di questa area. E’ indispensabile che le istituzioni e la politica si interroghi su questo problema e ricomincino a pensare alla progettualità del futuro. Dobbiamo riposizionare le attività industriali e quindi lo sviluppo sulle nuove situazioni che si stanno creando”.

Milvana Citter

 

 


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