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28 marzo 2024

Oderzo Motta

Inps di Oderzo va a Motta? Botta e risposta tra sindacati e sindaco

Da mesi si parla di un trasferimento del servizio

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la sede Inps di Oderzo

MOTTA DI LIVENZA / ODERZO - L’Inps di Oderzo a Motta? Botta e risposta tra rappresentanze sindacali e il comune mottense.

Da mesi si parla di un possibile trasferimento dell’agenzia a Motta. Venerdì hanno reso noto il loro disappunto CGIL, CISL, UIL e UGL provinciali con le associazioni di categoria. «L’Inps di Oderzo non deve chiudere né essere ridimensionata», dicono.

 

Ecco le due posizioni

 

IL SINDACO


Il sindaco di Motta Alessandro Righi ha detto: «Il servizio, al contrario di quanto qualcuno sostiene, non lascerà il comprensorio. C’è una riorganizzazione interna, in tutta Italia ci saranno centri Inps e punti Inps. L’opitergino sarà servito da un punto Inps con sede più contenuta e concessa in comodato d’uso gratuito».

«In questi mesi ho ricevuto molte pressioni per ritirare la proposta per avere in cambio altri tipi di servizi. Non è possibile continuare con la logica del campanile. Siamo un territorio vasto e dobbiamo ragionare di conseguenza».

«Costringere l’INPS a pagare una sede quando potrebbe averla gratuitamente o chiedere ai Comuni di contribuire a pagarla, non è una scelta lungimirante. I soldi spesi sia dall’INPS che dai Comuni sono di tutti. Pertanto le istituzioni devono farne buon uso».

Ieri la replica dei diretti interessati : «Incomprensibili le parole del sindaco Righi. La posizione di sindacati e delle rappresentanze imprenditoriali bypassa qualsiasi logica campanilistica e mira solo al bene dell’intera comunità dell’area. È una questione di servizi non di sede».

 

IL SINDACATO


Paolino Barbiero, segretario generale SPI CGIL Treviso e componente del Comitato INPS provinciale, non ci sta.

«Tutto ruota attorno ai bisogni di lavoratori, pensionati, famiglie e imprese. Se li misuriamo in numero di pratiche, e in particolare in termini di addetti e unità locali attive, sono pari ad altri territori del trevigiano, ad esempio quello montebellunese, dotato di un’Agenzia INPS.

Partendo da questa considerazione i sottoscrittori della lettera rivolta anche alle Istituzioni dell’opitergino-mottense mirano a non impoverire l’area di un punto di riferimento fondamentale come un’Agenzia INPS, che è ben diverso da un Punto INPS.

Quest’ultimo, infatti, ridotto di solo tre operatori, offre solo consulenza e non svolge tutta quella serie di servizi utili, che invece fanno capo alle Agenzie. E neppure la digitalizzazione delle pratiche potrà sopperire a tale insufficienza perché gli utenti necessitano anche in quei casi di assistenza, e come sindacati ne abbiamo piena consapevolezza vista la progressiva crescita dell’attività anche dei nostri Patronati.

Dunque, il ridimensionamento comporterà gravi disagi alla cittadinanza».

 



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