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19 aprile 2024

Oderzo Motta

INSEGNANTI SUL PIEDE DI GUERRA

Irritazione per la riforma Gelmini

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INSEGNANTI SUL PIEDE DI GUERRA

Oderzo - Un coordinamento di insegnanti di scuole primarie, appartenenti a dieci istituti della sinistra Piave, scende in campo contro la riforma Gelmini. Il coordinamento riguarda Oderzo, Ponte di Piave, Gorgo al Monticano e Motta di Livenza, ma anche Cappella Maggiore, Codognè Gaiarine, San Fior, Susegana e Vazzola.

Gli insegnanti spiegano: «Il Ministro ha introdotto di nuovo la figura del maestro unico e la riduzione del tempo scuola a 24 ore con decreto legge che ha eluso ogni forma di confronto, discussione, un vero esame parlamentare e il coinvolgimento di tutti i protagonisti della scuola.

Ma la figura del maestro unico è superata, perché i bisogni delle società, delle famiglie e dei bambini sono cambiati. La scuola in questi anni ha cercato di rispondere ai cambiamenti attraverso la condivisione di responsabilità tra docenti, l’introduzione dei nuovi programmi e il tempo pieno.

Il ritorno al maestro “tuttologo”, con classi che si prevedono fino a trenta alunni, comporterà la perdita di opportunità di recupero e dipotenziamento individualizzati, per tutti gli alunni, permesse oggi dalle ore di compresenza settimanali.

Un solo maestro può limitare l’esperienza socio-affettiva dei bambini, arricchita invece dall’attuale pluralità di figure che non sono contemporaneamente tre per classe ma si alternano negli interventi didattici su due classi.

Le famiglie a questo punto saranno in difficoltà se il tempo scuola si limiterà alle ore antimeridiane, visto che i ritmi di vita e di lavoro impongono che l’istituzione scolastica sia anche servizio. Il team docente, la collegialità nella programmazione e nella valutazione sono strumenti formidabili di crescita professionale a garanzia di una maggior qualità della scuola.

La pluralità docente ha permesso di insegnare con competenza per la specializzazione acquisita nelle specifiche materie e approfondire non solo italiano, storia, geografia e matematica, ma anche musica, tecnologia, arte e immagine, scienze, educazione fisica e laboratori. L’educazione civica è sempre stata parte integrante dell’insegnamento.

Questa nuova manovra contro la scuola non ha alcuna base pedagogica ma ha solo la volontà di tagliare; la cosa assurda – dicono gli insegnanti – è che i tagli debbano cominciare proprio dall’ordine di scuola classificatasi ai primi posti a livello internazionale, sulla base dei dati OCSE-PISA.

Si vuole mettere in crisi la scuola pubblica tanto che si è pensato di proporre l’intervento delle fondazioni private per finanziare le singole scuole; si creeranno discriminazione tra istituti e sarà compromesso il diritto allo studio sancito dalla Costituzione. Unico vero obiettivo del Governo sono i tagli di circa 140mila lavoratori della scuola con un’economia di 7 milioni e 832mila euro. A farne le spese saranno i bambini e le famiglie» concludono gli insegnanti.

 


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