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29 marzo 2024

IRC a scuola

Categoria: Altro - Tags: religione, scuola, irc, chiesa

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Nicolò Bonato | commenti | (2)

In tutte le scuole superiori di Italia, un'ora alla settimana è dedicata alla materia denominata I.R.C. ovvero Insegnamento della Religione Cattolica. Sebbene il motivo addotto per giustificare l'insegnamento di questa materia sia l'importanza del Cattolicesimo nella Storia italiana e l'imprescindibilità di quest'ultima da esso (argomentazioni comunque valide e che verranno riprese nell'articolo), ricordiamo che mentre l'IRC sia stato introdotto già nel 1859 nel Regno di Sardegna, solo con il Fascismo e i Patti Lateranensi del 1929 verrà inserita nel programma scolastico delle scuole secondarie (di primo e secondo grado) la vera e propria ora di religione.

Prima del 1929 l'ora di religione esisteva solo dal 1923 nelle scuole elementari perchè il suo insegnamento fu effettuato a scuola solo dal 1859 (come già detto) fino alla Presa di Roma nel 1870, dopodichè, con la caduta del potere temporale del Papa, lo Stato italiano decise di porre un chiaro argine tra la religione e tutto ciò che riguardava lo Stato stesso, compresa, ovviamente, la scuola.

L'insegnamento era assegnato preferenzialmente a sacerdoti e religiosi approvati dall'autorità ecclesiastica, qualora ciò non fosse possibile si ripiegava su laici che avessero comunque ottenuto il riconoscimento dell'idoneità da parte dell'ordinario diocesano.

L'obbligatorietà dell'IRC permase fino al 1894, anno in cui si stilò un nuovo concordato.

La Repubblica italiana dichiarò di riconoscere il valore della cultura religiosa e dei principi del cattolicesimo, considerati facenti parte del patrimonio storico del popolo italiano e si impegnò quindi a continuare ad assicurare, nel quadro delle finalità della scuola, l'insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche non universitarie di ogni ordine e grado.

Dal 1985 gli insegnanti di religione per poter essere tali devono aver comunque frequentato studi dipendenti dalla Santa Sede


Dal 1985 gli insegnanti di religione per poter essere tali devono aver comunque frequentato studi dipendenti dalla Santa Sede, siano essi studi di Teologia (condizione sufficiente ma non necessaria per accedere all'insegnamento nelle scuole secondarie) o comunque portati a termine in istituto di scienze religiose approvato dalla CEI. Nelle scuole primarie l'unica condizione necessaria è l'idoneità certificata dall'ordinario diocesano. Queste informazioni da me fornite sono piuttosto sommarie, perchè ci sono varie possibilità di percorsi di studi per raggiungere la cattedra di religione, tuttavia essi sono tutti imprescindibili dall'approvazione delle autorità ecclesiastiche.

Fino al 2004, gli insegnanti di religione venivano nominati annualmente tramite segnalazione della curia diocesana al dirigente scolastico, mentre da quell'anno si cominciarono ad effettuare le immissioni in ruolo previo regolare concorso. Ciò vale per il 70% degli insegnanti, il restante 30% è ancora nominato nel vecchio modo (segnalazione della curia).

Ovviamente l'IRC non è certo esente da (sensate) critiche; le principali riguardano il fatto che, nonostante gli insegnanti siano comunque scelti dalle autorità ecclesiastiche, ricevano lo stipendio regolarmente dallo Stato italiano.

Un'altra critica che si può muovere all'IRC è l'utilizzo di infrastrutture e, come detto sopra, denaro pubblico, per impartire insegnamenti che non sono comunque usufruiti da tutti.

Tralasciando la singolarità dei casi, inoltre, è difficile negare la parzialità di un insegnante nominato dalla curia riguardo a discussioni sulle religioni. Ma infatti l'insegnamento è esclusivo della religione Cattolica che viene presuntuosamente indicata come unica religione importante per la Storia italiana, mentre chiunque abbia frequentato i normali studi secondari conosce certamente le vicende legate al protestantesimo, che porteranno alla scissione della Chiesa Cristiana e avranno pesanti ripercussioni nella politica Europea e quindi Italiana.

Il fatto di nominare insegnanti che comunque “dipendono” in qualche modo dalla curia è ad ogni modo inevitabile dato che dall'abolizione delle facoltà teologiche nel 1873 esse non furono mai più ripristinate e le uniche esistenti sono tuttora solo quelle ecclesiastiche.

In sintesi, non è assurdo affermare che l'IRC non è altro che una delle dimostrazioni della facilità con cui in Italia si ignorano precetti stabiliti direttamente dalla Costituzione che parla dell'Italia come uno stato laico, mentre non solo praticamente ogni aula presenta un crocifisso, ma in tutte le scuole italiane si insegna la religione Cattolica. E l'assurdità è che questo insegnamento è opzionale, il che è chiaramente paradossale perchè non si può dire che l'IRC va praticata a scuola in quanto fondamentale per comprendere appieno le dinamiche storiche del Paese (teoria alquanto opinabile) e allo stesso tempo consentire ad una buona fetta degli studenti italiani di saltare quest'ora (circa il 17% nelle scuole secondarie di secondo grado, di cui la maggioranza nel centro e nord Italia).

Circa il 17% degli studenti italiani non si avvalgono dell'IRC, gran parte dei non avvalentisi sono nel centro-nord Italia (fonte)


Passiamo ora al mero discorso teorico, discutendo dell'effettiva necessità di insegnare religione Cattolica a scuola.

Prima di tutto va ricordato che di religione se ne parla ampiamente anche nelle ore di Storia e di Filosofia (quest'ultime esclusive dei Licei), in questi casi sì per la sua importanza storica e filosofica nella formazione del Paese, ma sarebbe più corretto parlare di loro importanza, in quanto ovviamente non si può limitarsi a parlare solo di religione cattolica, tralasciando le varie confessioni protestanti (Anglicani, Luterani, Calvinisti..) che hanno profondamente influenzato le politiche europee e inevitabilmente quelle Italiane.

Quindi, se mai si dovesse parlare esclusivamente di religione in una o più ore scolastiche, bisognerebbe almeno parlare di religione Cristiana in generale, anche se ultimamente, visto il massiccio flusso migratorio da Paesi di confessione Islamica, mi sembra importante approfondire usi, costumi e tradizioni anche di questi popoli, per accrescere il bagaglio culturale di noi studenti, espressione quantomai abusata ed inflazionata, ma comunque efficace. L'insegnamento della religione infine non può essere affidato a persone di nomina e studi ecclesiastici, se poi esse vengono stipendiate dallo Stato. Insomma, l'IRC è una vera e propria violazione costituzionale, almeno nei termini in cui si presenta tuttora, ma secondo bisogna usufruirne; sembra, anzi è chiaramente un paradosso, ma è anche l'unico metodo per capire chiaramente di cosa si parla quando la si contesta (perchè va contestata, almeno a mio avviso). Infatti sono rimasto talvolta sconvolto dall'ignoranza di alcuni studenti della mia scuola per quanto riguarda le modalità di insegnamento della religione cattolica. E spesso proprio questi ignoranti sono gli unici che la contestano.


Non esiste cosa peggiore che contestare un sistema che non si conosce.


Concludo quindi invitando tutti (anche e soprattutto i non credenti, che confido dotati di un maggiore senso critico) a prendere parte attivamente all'IRC in quanto attività di classe e per meglio capire le modalità e i meccanismi con i quali viene praticata. Solo allora si potrà coscientemente denunciare un sistema a mio avviso praticamente anti-costituzionale.

P.S.

Sono ben conscio della complessità dell'argomento e mi rendo conto di aver presentato pochi dati e di aver discusso insufficientemente i pochi presentati, quindi scriverò sicuramente un altro articolo sull'argomento, purtroppo questo deve concludersi qui per evitare di allungare eccessivamente il testo e rendere la lettura meno agevole per i lettori. Ripassate quindi fra poche settimane per una riflessione più accurata soprattutto per quanto riguarda i dati e le motivazioni degli studenti non avvalentisi dell'IRC.



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Sinceramente l'ora di religione io l'ho sempre vista come un momento in cui si potesse discutere di tematiche sociali e non.
Non ho ricordi che il professore di teologia ci insegnasse veramente la religione, ma bensì argomenti vasti in cui noi parlavamo e lui era il moderatore.
Se non ci fosse stata scritta "ora di religione" io l'avrei chiamata "ora di sociologia".
E secondo me doveva essere così, la scuola deve insegnare ai ragazzi a vivere, aver rispetto, e aprirsi il mondo in società.
Se uno voleva la "vera" ora di religione alle 18 c'era la messa ogni giorno.

La mia non è una critica, sia ben chiaro, solo il mio punto di vista.

Io l'ho vissuta così, tant'è che quando c'era ancora mia nonna si andava ogni tanto la sera in chiesa dopo i compiti, ma non mi ha mai pesato tutto questo perchè non c'era un obbligo di attenersi ad un credo...

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L'inutilità dell'ora di religione a scuola è facilmente individuabile nell'utilizzo che ne fanno gli studenti. Il 99% di loro (parla uno che ne ha fatto parte) considera l'ora di religione in due modi: o una perdita di tempo, in cui si parla solo di chiesa, farcita di bigottismo (cosa tra l'altro purtroppo vera in moltissimi casi), oppure un'opportunità per ripassare o copiare i compiti non fatti il giorno prima. La religione fa parte di quelle materie che vengono declassate dagli studenti a priori, per cui riuscire ad ottenere il loro coinvolgimento è un'impresa estremamente ardua, quasi sempre impossibile vista la forma mentis della maggior parte dei professori di religione (non so se si fa ancora, ma ai miei tempi era normale sprecare i primi 10 minuti per pregare!!!). Dai 14 ai 18 anni è difficile trovare un'intera classe sensibile alla conoscenza della storia delle religioni e ad un dibattito circa la sua influenza. Quei pochi che a volte ci sono, finiscono inesorabilmente per essere fagocitati dal calderone della totale indifferenza.

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