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28 marzo 2024

Politica

Italia come Gb e Svezia, verso legge per l'albo delle moschee e registro degli imam

Incardinate in commissione le pdl Santanchè con Lega-Fdi e Palmizio - Centemero relatrice

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Italia come Gb e Svezia, verso legge per l'albo delle moschee e registro degli imam

Primi passi della legge per il censimento delle moschee e per la registrazione degli imam, che altri Paesi come Gran Bretagna, Svezia o Spagna hanno già approvato. Oggi la commissione Affari Costituzionali alla Camera ha incardinato due distinti provvedimenti: uno presentato da Daniela Santanchè (Fi) ma sottoscritto anche da Lega Nord, Fdi, Ala e Cor; un altro depositato da Massimo Palmizio (Fi), la cui proposta si limita però solo all'istituzione di un albo nazionale degli imam. Elena Centemero è stata nominata relatrice.

"L'allarme sociale per l'avanzare della minaccia terroristica a matrice islamica - osserva la deputata Fi - è pienamente giustificato" e le moschee, come è stato dimostrato dalle indagini giudiziarie, rappresentano "il luogo più frequente di base logistica o di transito, di indottrinamento, di arruolamento di 'combattenti' della Jihad, destinati a operare all'estero o in Italia".

"L'esigenza primaria - ha spiegato la relatrice Centemero - è la trasparenza dei luoghi di culto che devono poter esercitare liberamente il proprio mandato religioso, nel rispetto dei valori e dei diritti costituzionali, ma nel contempo riteniamo che debba essere garantita la sicurezza attraverso le verifiche e i controlli". L'Italia non è salita sull'ultimo vagone disponibile, anche se qualche Paese in Europa si è già mosso: Regno Unito (dove esistono circa 2000 moschee), Spagna, Svezia e Romania hanno approvato norme in materia di regolamentazione e registrazione degli edifici di culto islamico. Portogallo, Spagna, Svezia e Austria anche provveduto a darsi delle norme sulla preparazione e sulla designazione degli imam, attivando corsi di formazione con università, accademie e istituzioni di cultura islamica.

L'iscrizione al registro pubblico delle moschee istituito al ministero dell'Interno, "é condizione per esercitare il culto", alla pari della trasparenza sui finanziamenti che deve essere dichiarata e attestata dai documenti contabili. Un'apposita Commissione, composta da personalità nominate per metà dal ministro dell'Istruzione e per metà dal ministro dell'Interno, "si occuperà di vagliare l'attendibilità delle domande di iscrizione", il livello di qualificazione e l'aggiornamento degli imam iscritti all'albo". La revoca dell'iscrizione comporta la cancellazione immediata dall'albo e l'impossibilità definitiva per la persona di presentare altra richiesta di iscrizione.

Oltre a determinare i requisiti necessari per l'iscrizione all'albo degli imam (tra questi la residenza legale in Italia da almeno cinque anni; l'assenza di condanne penali o di collegamenti del richiedente con organizzazioni terroristiche), la pdl Palmizio stabilisce anche le regole per la sospensione dell'iscrizione all'albo in caso di condanna penale, italiana o estera, ma solo se passata in giudicato. Il prefetto può infine chiedere al ministro dell'Interno la revoca dell'iscrizione qualora il comportamento di chi è iscritto all'Albo costituisca una minaccia per l'ordine e la sicurezza pubblici, tenuto conto di eventuali procedimenti penali in corso. La revoca dell'iscrizione determina la definitiva cancellazione dall'albo.

 



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