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29 marzo 2024

Valdobbiadene Pieve di Soligo

L'APE CHIUDE. PARTE LA CASSAINTEGRAZIONE

Non ci sono le condizioni economiche e tecniche per riprendere l’attività

| Carlo De Bastiani |

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| Carlo De Bastiani |

L'APE CHIUDE. PARTE LA CASSAINTEGRAZIONE

Refrontolo - Si conclude la vertenza Ape: lo stabilimento di Refrontolo chiude definitivamente. Per i dipendenti si apre la strada della cassaintegrazione.

Il 6 febbraio nella sede della Provincia di Treviso, i rappresentanti della proprietà, le Rsu aziendali e le organizzazioni sindacali hanno firmato l'accordo per mettere la parola fine a una vicenda a lungo rimasta in sospeso.

“È stata una vertenza faticosa – commenta l’assessore provinciale alle politiche per l’occupazione, Denis Farnea – dovuta al perpetuarsi della situazione di incertezza sulla ripresa o meno dell’attività.  Abbiamo finalmente verificato che non ci sono le condizioni economiche e tecniche per una seppur minima ripresa dell’attività".

La dirigenza della Ape si è però impegnata liquidare entro il 10 febbraio gli stipendi del mese di dicembre. L'accordo prevede inoltre che entro il 16 febbraio siano attivate le procedure per la liquidazione dell’attività.

Le parti si incontreranno poi nuovamente il 18 febbraio per sottoscrivere un pre-accordo di richiesta di cassa integrazione in deroga a copertura del periodo che va dal 1° dicembre a quando sarà completata la fase di liquidazione della società.

Ape si impegna inoltre a procedere alla cessione del credito a favore dei dipendenti a copertura di eventuali residui ancora scoperti. La Provincia si impegna da parte sua ad attivare i suoi Centri per l’Impiego nel trovare soluzioni per il re-impiego dei lavoratori e per l’eventuale anticipo della cassa integrazione.

"L’impegno reciproco, quindi, - aggiunge Farnea - è stato quello di avere tempi certi nella procedura di messa in liquidazione dell’Ape in modo tale da garantire i dipendenti dal punto di vista degli ammortizzatori sociali. Importante sarà l’impegno che la Provincia metterà nel chiedere alla Regione di concedere una cassa integrazione in deroga che permetterà di coprire il vuoto tra la chiusura della società e l’avvio delle procedure di liquidazione”.

 


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