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29 marzo 2024

Treviso

Lavoro, boom dei contratti a chiamata nella Marca

Secondo l'analisi della Cisl Treviso Belluno l'occupazione rallenta nel terzo trimestre dell'anno

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cisl treviso

TREVISO - Il mercato del lavoro in provincia di Treviso nel terzo trimestre dell’anno cresce a ritmo più lento. Da luglio a settembre 2017 il saldo tra assunzioni e cessazioni è pari a 2.175, mentre nel terzo trimestre del 2016 è stato di oltre un terzo più elevato (3.490). Secondo l’analisi periodica condotta dall’Ufficio Studi della Cisl Belluno Treviso e presentata nella sede Cisl di Treviso, a frenare la crescita sono le tipologia di contratto: se da un lato sono esplosi i contratti a chiamata, sono diminuiti i contratti a tempo determinato in tutti i comparti.

Un lavoratore su due è a tempo determinato, mentre i contratti a tempo indeterminato presentano numeri insufficienti, seppur positivi, passando da -215 del 2016 a 250 del 2017. Crescono leggermente gli apprendisti in raffronto al 2016 (180 nel 2017 e 135 nel 2016). In discesa i lavori in somministrazione con un saldo nettamente negativo in confronto al 2016: -1.490 contro -290 del 2016. Con riguardo alle altre forme contrattuali, prosegue il forte incremento delle assunzioni con contratto a chiamata ben 1.950 nel 2017 rispetto ai 600 di un anno fa, con un incremento del +225%, che ha determinato il passaggio da un saldo negativo nel 2016 (-80) a uno positivo per quest’anno (230).

“La ripresa - commenta il segretario generale della Cisl Belluno Treviso Cinzia Bonan - prosegue ma un po’ più lentamente in questo trimestre, complice la stagionalità dei contratti, ma non solo. Va monitorato l’aumento del lavoro a chiamata, letteralmente esploso nel terzo trimestre, contemporaneamente al rallentamento dell’occupazione a tempo determinato e in somministrazione in tutti i comparti. Non vorrei che fossimo di fronte a un ulteriore fenomeno di precarizzazione del lavoro giovanile: fatto salvo il saldo positivo, i posti a tempo determinato persi rispetto all’anno scorso li ritroviamo nei contratti a chiamata”. “C’è una forte dinamicità nel mercato del lavoro trevigiano - sottolinea Gianni Pasian, Segretario Cisl Belluno Treviso -, c’è una ripresa che però conduce a una precarietà sempre più diffusa. Uno dei punti cruciali da analizzare è quello della formazione, che dev’essere adeguata alle professionalità richieste in questo momento dalle aziende, e mi riferisco sia alla formazione continua che ai percorsi dedicati ai giovani”.

All’interno di questa crescita meno marcata, la variazione del terzo trimestre ha interessato principalmente le donne (saldo di 1.555 unità contro le 2.315 del 2016), mentre per gli uomini il saldo risulta 620: quasi metà rispetto allo scorso anno. La fascia 30-54 anni registra un saldo positivo (1.695) ma inferiore a quello del 2016, così come quello dei giovani under 30, positivo per 1.090 unità, ma anch’esso inferiore alle 1.825 unità dell’anno prima. Negativo l’apporto dei lavoratori con più di 54 anni (-605).

Analizzando i settori cresce il memetalmeccanico con 345 posizioni in più rispetto alla perdita di 335 unità dello stesso periodo del 2016. In crescita anche trasporti e magazzinaggio (185 unità), e seppur di poco anche le costruzioni (100 unità). Flessioni marcate si sono registrate nel legno-arredo (-375 rispetto a -100 del 2016), nel TAC (-300 e -235 un anno prima) e nella chimica-plastica (-100 contro +25 del 2016); fisiologica la flessione per il turismo (-150), sebbene più forte rispetto all’anno prima (-50). In calo anche commercio al dettaglio (-160 contro -85 nel 2016) e servizi di pulizia (-110 contro -20 del 2016). Il saldo del comparto industriale è complessivamente negativo con la perdita di 625 unità.

 


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