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16 aprile 2024

Economia e Finanza

Lavoro, scendono i contratti stabili: -7,6%

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Lavoro, scendono i contratti stabili: -7,6%

Aumentano le assunzioni nei primi tre mesi del 2017. Tra gennaio e marzo, quelle del settore privato sono risultate 1.439.000, il 9,6% in più rispetto al primo trimestre 2016. Ma le assunzioni stabili, quelle a tempo indeterminato, sono calate del 7,6%.

La parte del leone infatti l'hanno fatta i contratti di apprendistato (saliti del 29,5%) e i contratti a tempo determinato (in crescita del 16,5%). E' la consueta fotografia dell'Inps nell''Osservatorio sul Precariato' a disegnare la variazione nella composizione del mondo del lavoro.

Sono i settori del commercio, del turismo e della ristorazione a trainare l'aumento delle assunzioni a termine che hanno registrato un +28,3%. Trend di crescita anche nelle costruzioni con il +19,7.

Negli stessi settori si osserva inoltre una crescita delle assunzioni in apprendistato (+ 35,8% nel commercio, turismo e ristorazione e +22,1% nelle costruzioni) e una "significativa" crescita dei contratti di somministrazione (+14,4%).

In frenata invece le trasformazioni di contratti da tempo determinato a indeterminato, incluse le prosecuzioni a tempo indeterminato degli apprendisti, che sono risultate 89.000, con una riduzione del 6,8% rispetto allo stesso periodo del 2016.

Sotto il profilo della consistenza dei rapporti di lavoro, nei primi tre mesi del 2017, nel settore privato, si registra un saldo, tra assunzioni e cessazioni, pari a +322.000, superiore a quello del corrispondente periodo del 2016 (+266.000). Il saldo annualizzato (vale a dire la differenza tra assunzioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi) dei primi tre mesi del 2017 risulta positivo e pari a +379.000. Tale risultato cumula la crescita tendenziale dei contratti a tempo indeterminato (+22.000), dei contratti di apprendistato (+40.000) e, soprattutto, dei contratti a tempo determinato (+315.000, inclusi i contratti stagionali). Tendenze, queste, dice ancora l'Inps, "in linea con le dinamiche osservate nei mesi precedenti".

Quanto alla composizione dei nuovi rapporti di lavoro in base alla retribuzione mensile, si registra, per le assunzioni a tempo indeterminato intervenute a gennaio-marzo 2017, una riduzione della quota di retribuzioni inferiori a 1.500 euro (32,7% contro 35,4% di gennaio-marzo 2016).

Continuano invece a salire le cessazioni dei rapporti di lavoro anche nei primi tre mesi del 2017. Nel complesso infatti i fine rapporto sono ammontati a 1.117.000, in aumento rispetto all’anno precedente del 6,6%. E continuano ad aumentare i licenziamenti di lavoratori a tempo determinato: tra gennaio e marzo infatti ne sono stati licenziati 143 mila, in aumento del 2,9% rispetto al dato di gennaio-marzo 2016. Di questi il 14,6% in più rispetto al trimestre 2016 (18.349 contro 16.004) sono stati licenziamenti disciplinari e il 158% in più (15.078 lavoratori contro i 5mila del 2016) per esodo incentivato o cambio di appalto nel settore edile.

"Il tasso di licenziamento - precisa l'Inps, calcolato sull’occupazione a tempo indeterminato, compresi gli apprendisti, si legge ancora nella nota, è risultato per il primo trimestre 2017 pari a 1,4%, sostanzialmente in linea con quello degli anni precedenti (1,3% nel 2016; 1,4% nel 2015)".

Tornando alle cessazioni si registra un aumento di quelle relative a rapporti a termine, +12,5%, mentre quelle di rapporti a tempo indeterminato sono in diminuzione del -2,1%. "Significativa" invece la contrazione delle dimissioni: -3,5% rispetto a gennaio-marzo 2016. "Sulla distribuzione delle cause di cessazione tra licenziamenti e dimissioni, ha significativamente inciso l’obbligo della presentazione on line delle dimissioni, introdotto a marzo 2016.

 



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