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19 aprile 2024

Vittorio Veneto

LE "E-MAIL" OTTOCENTESCHE

Con le lettere, il cordignanese Francesconi, intratteneva rapporti con i migliori intelletti d'Europa

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Cordignano ha un personaggio di cultura di prestigio, ma forse non sa di averlo.

E' Daniele Francesconi, nato a Belvedere nel 1761 e morto a Venezia nel 1835, prete, laureato in utroque, direttore dal 1805 alla morte della Biblioteca Universitaria di Padova. Uomo che, più che per le opere scritte, è ricordato per il vasto epistolario che intrattenne con i migliori intelletti dell'epoca. Che avevano nomi celebri. Come Canova di cui era molto amico, come il linguista Melchiorre Cesarotti o il poeta e letterato Vincenzo Monti, continuando con l'altro traduttore di Omero che fu Ippolito Pindemonte. E ancora l'abate Angelo Dalmistro, oggi ricordato più che altro per essere stato a Venezia il maestro di belle lettere di Ugo Foscolo. Ma perchè parliamo di Daniele Francesconi?

Perchè il vittoriese Giampaolo Zagonel ora, dopo aver scandagliato personaggi come Da Ponte, Michele Colombo e Francesco da Collo, ha voluto riportare a nuova luce questo uomo di cultura che, notissimo in vita, fu poco dopo la sua morte dimenticato. E ha pubblicato un libro, edito da De Bastiani, che raccoglie un breve ma esauriente profilo biografico, la riedizione di un paio di opere e una scelta dell'epistolario. Uno studio condotto con rigorosa acribia erudita, documentato, andando a scovare anche, in Biblioteca Comunale a Treviso, un ritratto dell'autore. Un omaggio offerto dal ricercatore vittoriese alla terra di Cordignano.

Perchè Zagonel sta facendo un lavoro che lo rende meritevole agli occhi della cultura della Sinistra Piave. Sta rispolverando u n serie di personaggi che la storia ha dimenticato. E che, invece, hanno titolo per essere ricordati ache a distanza di tempo. Daniele Francesconi è uno di questi. E se lo ha dimenticato il “Dizionario biografico degli italiani” non lo ha fatto Zagonel. E non deve farlo nemmeno Cordignano.

Sante Rossetto

 



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