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28 marzo 2024

Le mistificazioni dell'Unità d'Italia

Categoria: Istruzione -

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Francesca Salvador | commenti |

 

Un recente post di una brava blogger, con le conseguenti discussioni, mi permette di esporre un argomento del quale avrei voluto parlare già da tempo.

Ma mi veniva in mente soprattutto in occasione di qualche ricorrenza nazionale, e sbuffavo all'idea di essere subissata, come sempre, da una marea di polemiche. Perciò ho sempre procrastinato. Ora è arrivato il momento. La mia presa di coscienza su questi fatti, risale a diversi anni fa, mi dispiace solo di non averlo Saputo e capito molto prima.

 

 

Sinceramente? Non mi ricordo più esattamente quando, ma mi ricordo perfettamente la sensazione di gelo…

 

Ma come?

Già prima della quinta elementare, fra una tigre di Mompracem e un Viaggio fra la terra e la luna, tra un Corsaro Nero Rosso e Verde, e Martin Eden,

Pollyanna che cresceva… e anche le Piccole donne...

c'erano loro!

 

Soprattutto lui!

Il mio amore (di bambina), il mio mito…

alto, biondo e con gli occhi azzurri e con una camicia rossa (ancora non sapevo che era alto una quarta anzi, un Quarto).

Sto parlando di lui… Garibaldi.

Perché nei miei sogni, non l'ho mai chiamato Giuseppe, solo Garibaldi.

Ma stiamo scherzando?

Questi adesso mi vengono a raccontare, che i fatti non sono andati proprio come raccontati nei libri di scuola?

"No, no,  carini… così non vale… non ci credo!"

Ma poi, uno scritto dopo l'altro, un documento dopo l'altro, ma sarà che…

che dopo la scienza, la religione, la politica, l'economia, ma… ma cristo! Ma mi avete fregata anche sulla storia?

Ma vaff!! sulla storia proprio no. Non ci credo.

Eppure, è come un tarlo. Una volta che qualcuno mi mette la pulce nell'orecchio per qualcosa, divento una zecca (e non quella che batte moneta), e comincio a spulciare, scavare.

Ok, non voglio crederci ma l'evidenza parrebbe questa.

I fatti ci sono, i documenti pure, E non sono confutabili. Anzi, a chi ci ha provato, gli è andata proprio male.

E allora?

Ho due scelte:

1 - chiudere gli occhi di fronte all'evidenza,  cullarmi nelle mie sicurezze giovanili, liquidando il tutto come elucubrazioni di persone che i media ufficiali amano definire complottisti.

2 - arrendermi all'evidenza, anche se questo significa buttare alle ortiche quarant'anni di credenze. È dura, ma non c'è niente da fare.

Questo strano E innato senso di giustizia che mi fa inalberare quando vedo le persone o la società usare due pesi e due misure E mi fa esclamare: non è giusto!

 

 A questo punto, è finita.

Spero di essere ancora viva, quando le più alte autorità italiane, chiederanno scusa per quei morti.

Tutti noi glielo dobbiamo. Ma soprattutto glielo devono tutti quelli che esternano l'orgoglio di essere italiani.

Perché ci sembra normale che i tedeschi lo abbiano fatto dopo la seconda guerra mondiale, mentre noi non solo abbiamo insabbiato tutto, ma ci sono alcuni che addirittura scherniscono coloro che vogliono portare alla luce queste atrocità?

Io non ci sto.

Se negassi l'evidenza, e mi conformassi al pensiero comune, quello che permea il 98% delle persone, dovrei chiamarmi con una sola parola: connivente.

 

E non lo sarò, mai.

 

Francesca

 

 

 

La carta straccia di Cavour contro l'oro del Sud.

nel 2009 ne ho distribuite centinaia di copie.

 

 

 

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