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20 aprile 2024

Vittorio Veneto

LE TELECAMERE DISTURBANO IL CONSIGLIO COMUNALE

Il Comune di Vittorio “autorizza” le videoriprese …. lontano dai “lavori consiliari”

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LE TELECAMERE DISTURBANO IL CONSIGLIO COMUNALE

Vittorio Veneto - Videofilmare il consiglio comunale? E’ possibile, sì! Ma solo nella “fase preliminare e prodromica”.
Come dire che un eventuale servizio videogiornalistico sul consiglio comunale di Vittorio Veneto potrebbe solo proporre dal vivo il momento fondamentale in cui i consiglieri sfilano in sala, si seggono e chiacchierano in attesa di discutere i punti all’ordine del giorno.
Come dire che è videogiornalisticamente consentito riprendere il pubblico dibattito quando sta ai blocchi di partenza. Quando – di fatto – non è nemmeno iniziato.

Dopo due mesi dalla formale richiesta inoltrata da OggiTreviso di poter fotografare e videofilmare le sedute pubbliche del Consiglio comunale vittoriese, il presidente Ennio Antiga ha risposto di autorizzare senz’altro l’operazione ma di non poter “consentire suo malgrado le riprese ad avvenuto inizio dei lavori consiliari”. Il che si traduce, evidentemente, in una non autorizzazione a svolgere attività giornalistica, tramite video, durante le sedute.

Il motivo della proibizione? A quanto pare è di tipo logistico! Riprendere con una videocamera (grande quanto una pochette da sera) la seduta del consiglio recherebbe disturbo all’attività consiliare.

E’ da sottolineare che la risposta del presidente del consiglio comunale vittoriese Ennio Antiga a OggiTreviso è giunta sei giorni dopo che l’Ordine dei giornalisti del Veneto (informato della disattesa richiesta di fotografare e videoriprendere le sedute consiliari), tramite il presidente Gianluca Amadori, aveva sollecitato il sindaco Scottà a “garantire l’accesso dei giornalisti alle sedute del Consiglio comunale, rimuovendo ogni ostacolo all’attività giornalistica e al libero esercizio del diritto di cronaca”.

Sino a due legislature fa, registrare e fotografare le sedute del Consiglio comunale vittoriese era possibile senza alcuna autorizzazione. Ma nel 2002 una chiosa (contraddittoria) inserita nel regolamento stabilisce che “le sedute possono essere oggetto di trasmissione televisiva o radiofonica, anche in diretta” ma che  “il presidente ha facoltà di autorizzarle”.
Della serie: boh! Chi ci capisce è bravo.

Quando la norma citata venne approvata, la sottoscritta – che non la conosceva ancora – scattò una foto dalla porzione della sala di consiglio riservata al pubblico e agli organi di informazione. La conseguenza del gesto fu che l’allora presidente del consiglio comunale intimò alla scrivente di consegnare il rullino delle foto. Operazione impossibile visto che la scrivente era dotata di una camera digitale.

L’episodio, riportato allora dai mass media locali, non è rimasto impresso nella memoria del Consiglio comunale vittoriese che sostiene che “l’amministrazione comunale ha sempre garantito il diritto da parte di tutti gli operatori giornalistici di poter autonomamente fotografare e/o registrare le sedute”.

Basta che l’obiettivo della videocamera si chiuda nel momento in cui i consiglieri appoggiano il deretano sulla carega, cioè: ops! sullo scranno.

Emanuela Da Ros

 


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