LE TESTE RASATE LASCIANO TRANQUILLO IL SINDACO
Il Pd di Revine Lago trova fuori luogo la non posizione del sindaco Zardet in merito al raduno Skinheads
| Emanuela Da Ros |
REVINE LAGO - Perché il sindaco tace? Il circolo Pd di Revine Lago punta il dito.
Lo punta contro il sindaco Battista Zardet che di fronte al prossimo raduno Skinheads, previsto per il primo fine settimana di settembre, non ha fatto una piega. Anzi, al Corriere del Veneto, ha dichiarato di "essere tranquillo".
Uno stato d'animo che i suoi concittadini trovano per nulla condivisibile. In un comunicato appena diffuso il Pd di Revine Lago sottolineano quanto sia fuori luogo ospitare in un comune che "è stato il fulcro di due brigate partigiane, la “Tollot” e la “Piave, e che ha onorato con molte vite la lotta di liberazione" ospitare un raduno che richiama ideologicamente disvalori che "hanno danneggiato la gente, la storia, il pase".
"Sentiamo il dovere morale - si legge nel comunicato - di prendere posizione di fronte all’evento che da alcuni anni porta Revine-Lago alla ribalta della cronaca, manifestando il nostro disagio per il raduno degli skinheads, eredi dichiarati di un’ideologia che, oltre ad essere stata ampiamente condannata dalla storia, non è certo in sintonia con il passato ed il più diffuso sentire della nostra gente.
La manifestazione è stata “deviata” qui alcuni anni fa da Vittorio Veneto perchè incompatibile con la Città medaglia d’oro per la Resistenza.
Non possiamo però dimenticare che Revine-Lago è stato tra i comuni più danneggiati della provincia nel tristo periodo della Resistenza.
Ci sconcerta il fatto che il sindaco Battista Zardet, che qui solo teoricamente ci rappresenta, non abbia trovato due parole adeguate.
Certo egli si sottrae alla responsabilità nella collocazione della manifestazione perché avviene su un terreno privato, ma è grave apprendere da un articolo del Corriere del Veneto che il sindaco si sia limitato a una dichiarazione di ‘sua tranquillità’ asserendo che lo spaventa molto di più l’episodio dello striscione di Pieve di Soligo inneggiante Rudolf Hess.
Probabilmente egli pensa che questi sostenitori del neonazismo non siano cultori di Hess e di ideologi che si rifanno al nazismo ed ai nazionalismi più esasperati e che l’evento europeo-revinese, in fondo, non rappresenti un esempio particolarmente male edificante e pericoloso.
Non sono dello stesso avviso i suoi concittadini
Le idee che le associazioni interessate al raduno propugnano hanno poco a che fare con i valori della convivenza civile, della libertà e della democrazia e, paradossalmente, è proprio grazie alla Costituzione nata dalla lotta antifascista che questi hanno la libertà di esprimersi liberamente. Quella libertà che i loro referenti ideologici hanno agli altri negato."