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29 marzo 2024

Vittorio Veneto

Le tracce del Beato Toniolo nel presente

Intervista al Vescovo Corrado Pizziolo

| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

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| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

Le tracce del Beato Toniolo nel presente

VITTORIO VENETO - Si sono concluse venerdì 7 ottobre le celebrazioni legate alla figura storica del Beato Toniolo. Sul sociologo e sulla sua spiritualità, ne abbiamo parlato con Mons. Corrado Pizziolo, Vescovo di Vittorio Veneto.

 

1. Il Beato Toniolo: la sua opera, il suo pensiero, oggi in Italia: qual è la sua traccia? Dove? Come?

È possibile cogliere due aspetti legati al ricordo che viene coltivato nei confronti di Giuseppe Toniolo: a) il primo riguarda lo studioso di economia, il cui pensiero continua ad essere oggetto di studio e di approfondimento da parte di enti culturali, quali l'Università Cattolica di Milano, l’Istituto Toniolo di Verona, l'Azione Cattolica a livello nazionale e nei vari territori. Proseguono infatti, - organizzati da queste realtà culturali – significativi convegni che approfondiscono le intuizioni dell’economista Toniolo, specialmente quelle legate alla dimensione etica dell’economia, al rispetto dovuto alla persona e alla ricerca, in ambito economico, del bene comune. Tra gli studiosi più significativi, cito Stefano Zamagni, economista e docente attento alla dottrina sociale cattolica, ma anche diversi giovani studiosi. Si tratta di un gruppo sicuramente non maggioritario, ma assai significativo. Anche all'estero continuano diverse linee di ricerca sullo stesso Toniolo. Né vanno dimenticati alcuni passaggi significativi dell'enciclica di Papa Francesco "Laudato sì" , che riprendono il magistero di Paolo VI, che proponeva una riforma radicale del modello capitalistico; b) il secondo aspetto della traccia lasciata da Toniolo va cercato nella sua esperienza familiare, di laico impegnato, sposo fedele, padre di sette figli, molto esemplare da tanti punti di vista e assai apprezzato dalla gente comune.

 

2. Il Beato Toniolo: la sua presenza nella diocesi di Vittorio Veneto e la percezione da parte sua.

La nostra diocesi è stata oggettivamente segnata dalla presenza di Giuseppe Toniolo. Alcune iniziative sono nate proprio grazie al suo stesso impulso come è avvenuto, per esempio, per la latteria sociale di Pieve di Soligo. Ma anche il settimanale diocesano L’Azione ha avuto, nei suoi primordi, l’appoggio e il sostegno assai importanti di Toniolo. A Pieve di Soligo, poi, oltre ad esserci la salma del Beato, è stato documentato un miracolo, attribuito all'intercessione del Toniolo, che ha interessato un giovane, Francesco Bortolini, che ora ha circa 40 anni. Il 7 giugno del 2006, dopo una serata di festa era caduto da una rete di recinzione provocandosi delle ferite che avevano portato i medici a considerare le sue condizioni "disperate". Attorno a lui si è stretta la comunità parrocchiale di Pieve di Soligo che ha chiesto l'intercessione del Toniolo per la guarigione del giovane il quale, dopo qualche giorno, ha iniziato a migliorare fino a ristabilirsi completamente. Questo evento, riconosciuto come fatto miracoloso, ha dato impulso alla causa di beatificazione che ha avuto come postulatore l'Arcivescovo Domenico Sorrentino e come suo vice, il compianto Mons. Massimo Magagnin. Né va dimenticato il grande impegno profuso a parte di Don Giuseppe Nadal, arciprete di Pieve di Soligo. E’ proprio nel contesto di queste iniziative che si è svolto il primo concorso "Premio Toniolo".

 

3. Ci dica qualcosa in merito a tale premio e ai vincitori, l'Arcivescovo Sorrentino e il lavoro dei giovani della Cattedrale...

L'Arcivescovo Sorrentino, in veste di postulatore, ha lavorato moltissimo per il Toniolo. Direi che ha preso a cuore in maniera empatica il percorso canonico, che è stato avviato. Ha pubblicato diversi saggi, alcuni legati alla spiritualità del Toniolo e altri più specificamente dedicati al pensiero economico del docente di Pisa. Questo suo massiccio lavoro pregresso lasciava, in qualche modo, prefigurare che potesse arrivargli questo riconoscimento. Interessante anche la ricerca dei giovani della parrocchia della Cattedrale, che hanno esaminato le diverse opere che a Ceneda sono riconducibili all'insegnamento del Toniolo, riguardo agli aspetti sociali ed economici di questo territorio. Sono stati molto incuriositi della capacità attrattiva, che lo stesso Toniolo ha saputo ispirare nel passato.

 

4. Come è nato questo premio per il Toniolo?

Si muove in un alveo più grande, quello di un’iniziativa denominata “Le vie dei Santi. Un cammino tra fede e territorio”. Tale iniziativa che ha come centro propulsore la diocesi di Vittorio Veneto, o, più precisamente l’Ufficio diocesano di arte sacra, che vede come responsabile la dott.ssa Cristina Falsarella, ha l’obiettivo di riscoprire il nostro territorio, guardandolo ed osservandolo anzitutto attraverso la prospettiva religiosa, ma anche quella storica, artistica, senza dimenticare gli aspetti riguardanti il turismo religioso. Il Premio Toniolo è un ulteriore germoglio che nasce da questa iniziativa. All'interno di essa sono entrate molte persone, che ci hanno creduto, tra le quali Marco Zabotti che del Premio Toniolo è stato uno dei più convinti sostenitori.

 

5. Recentemente Papa Francesco ha introdotto nuove disposizioni in merito al processo canonico per la proclamazione dei santi. Quali sono le novità in merito? Toccano l'iter avviato anche per il Beato Toniolo?

Si tratta di un decreto canonico "ad experimentum", che tocca essenzialmente l'aspetto amministrativo ed economico legato alle beatificazioni e alle canonizzazioni. L’intento del decreto papale è quello di far sì che si evitino sprechi o iniziative fuori controllo, come pure un uso distorto delle risorse economiche, ma che tutto il percorso di beatificazione sia il più trasparente possibile riguardo all’uso del denaro.

 

6. Recentemente il cardinal Parolin in alcune dichiarazioni ha parlato della santità di Giovanni Paolo I. Cosa può dirci, trattandosi tra l'altro, di un suo predecessore nella cattedra di San Tiziano, che ha avuto anche la possibilità di conoscere personalmente?

Per quanto io ne so, si tratta di un iter, iniziato da qualche anno e che ha, ora, come postulatore il cardinale Beniamino Stella, originario della nostra diocesi. Mi pare di aver capito che il processo canonico è terminato e che - per giungere al traguardo della beatificazione - si è in attesa di un miracolo debitamente approvato dalle competenti Commissioni.

 

7. Ci sono altri processi canonici avviati su persone vissute nella nostra diocesi?

In questo momento sono in atto le cause di beatificazione di due sacerdoti della nostra diocesi, il salesiano padre Costantino Vendrame di San Martino di Colle Umberto che ha svolto il suo lungo ministero missionario in India e il francescano P. Cosma Spessotto di Mansuè, ucciso nel Salvador il 14 giugno 1980, poco prima di celebrare la S. Messa della sera. Un omicidio che ricorda molto da vicino quello dell'arcivescovo Romero, recentemente beatificato, che fu ucciso mentre celebrava la S. Messa nella sua cattedrale il 24 marzo 1980, quindi poco più di due mesi prima di P. Cosma.

pietro.panzarino@oggitreviso.it

 


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