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19 aprile 2024

Treviso

"L'ELISIR D'AMORE" CANTATO NELLA LINGUA DEI SEGNI

Una sfida in scena al Teatro Comunale di Treviso

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Una sfida? Una provocazione? O, forse, solo una passione? La si può interpretare in molti modi ma non si potrà fare a meno di vederla, prima di cercare di capirla. È la grande avventura lirica della sezione trevigiana dell'Ens, Ente Nazionale Sordi, che il 15 e 16 marzo  porta in scena al Teatro Comunale di Treviso "L'Elisir d'Amore", melodramma di Gaetano Donizetti su libretto di Felice Romani, per la prima volta interamente tradotto nella Lingua dei Segni Italiana (LIS).

I protagonisti Nemorino e Adina si corteggeranno e si ameranno in silenzio tra i gesti silenti di tutti gli altri personaggi dell'opera, la cui "gestualità-corale" sarà diretta da Sara Callegari. La regia dell'inedita versione è affidata a un regista di chiara fama: Ivan Stefanutti.

Con questo spettacolo la Compagnia Teatrale Scudo Blu, nata nel 2003 in seno alla sezione trevigiana dell'ENS, corona un sogno lungamente e tenacemente seguito: quello di dimostrare, dal palco di uno dei "tempi della lirica", che i sordi possono davvero cantare con le mani ed ascoltare con gli occhi tutte le sfumature e le arie liriche, ed esprimere con l’ausilio della lingua dei segni i concetti più astratti, le sfaccettature e gli stati dell’animo umano nei vari momenti della vita, della poesia e dell’arte.


Gli attori che impersonano Adina e Nemorino in un momento delle prove

Sul palcoscenico del Comunale, tra le scene di Benito Leonori e i movimenti coreografici di Laura Ruocco, canteranno con le mani sia sordi sia un gruppo di ragazzi udenti che hanno imparato la Lingua dei Segni Italiana nei corsi LIS che si tengono a Treviso. Per gli udenti la musica sarà quella diretta da Richard Bonynge sul podio della English Chamber Orchestra, tratta da una storia incisione con le voci di Joan Sutherland e Luciano Pavarotti: due voci inarrivabili di un passato recente accompagneranno così la silenziosa voglia di cantare di un gruppo di caparbi artisti silenziosi.

"Adesso che ci sembra di avere raggiunto il nostro obiettivo - riflette Carlo Righetto, presidente della sezione trevigiana dell'Ens - testimoniando il nostro lavoro e le nostre possibilità, vogliamo lanciare un’ultima sfida agli udenti che ancora guardano con diffidenza o, peggio, con indifferenza o pietà al “nostro mondo”. "Troppo spesso - prosegue Righetti - ci capita di osservare come i genitori di bambini sordi, forse nel tentativo di negare a sé stessi il problema o di tutelare i propri figli dalla morbosa curiosità di cui è vittima ogni segnante, negano loro la possibilità dell'educazione bilingue. Inseguendo la chimera della chirurgia impiantista a tutti i costi, ritardano ogni possibilità di un’educazione precoce. Ad essi voglio dire che nulla trasformerà un sordo in udente, e a nulla sarà servita la privazione di una lingua e una cultura. E che si ascolta col cuore, non con le orecchie. Grazie alla nostra educazione abbiamo sviluppato sensibilità particolari che ci permettono di vivere serenamente, lavorare, interagire normalmente con voi udenti, coltivare degli interessi ed accettare piccole scommesse… Quando riuscirete voi a comprendere noi, il nostro mondo, la nostra cultura, la nostra lingua, e riuscirete, finalmente, a segnare?"

Lo spettacolo è realizzato in collaborazione con Teatri Spa ed Eurobottega con il sostegno di Provincia di Treviso e Comune di Treviso e con i patrocini di Ministero della Solidarietà Sociale, Regione del Veneto, Camera di Commercio, Industria, Artigianato, Agricoltura di Treviso.

 


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