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23 aprile 2024

Esteri

L'Europa sta con Guaidò

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L'Europa sta con Guaidò

L'Europa si schiera con Juan Guaidò, l'autoproclamato presidente del Venezuela. E lancia l'ultimatum a Nicolas Maduro: Se non convocherà elezioni "trasparenti" nei prossimi otto giorni, Spagna, Francia e Germania riconosceranno il presidente dell'Assemblea nazionale, Guaidò come presidente ad interim del Venezuela. Il primo ad annunciarlo oggi è stato il presidente spagnolo Pedrò Sanchez che con una dichiarazione dalla Moncloa durante la quale ha lodato "il coraggio" del giovane leader dell'opposizione venezuelana.

 

"Non vogliamo instaurare o rimuovere governi - ha detto il premier spagnolo - vogliamo la democrazia ed elezioni libere in Venezuela". Sanchez, tuttavia, non è stato l'unico leader europeo ad essersi schierato con Guaidò. Dall'Eliseo anche il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato che "se non saranno annunciate elezioni entro 8 giorni, saremo pronti a riconoscere Guaidò come 'presidente in carica' del Venezuela per avviare un processo politico". A questo, ha scritto Macron, "stiamo lavorando insieme ai nostri alleati europei". "Il popolo venezuelano - ha quindi aggiunto - deve poter decidere liberamente il suo futuro. Senza elezioni annunciate da qui ad otto giorni, noi saremo pronti a riconoscere Juan Gauidò come presidente ad interim". Sulla stessa linea anche la Germania: "A meno che non vengano annunciate elezioni entro i prossimi otto giorni, siamo pronti a riconoscere Juan Guaidò come presidente a interim", ha fatto eco la portavoce del governo tedesco, Martina Fietz. Da parte sua, in una serie di tweet, Guaidò ha ringraziato Francia, Germania e Spagna per la loro presa di posizione.

 

"Ringraziamo il governo della Germania per il suo impegno nei confronti del popolo venezuelano nella nostra lotta per una nazione libera e democratica", si legge in un tweet dell'auto proclamatosi presidente a interim del Venezuela. Poi, rivolgendosi a Macron, Guaidò si è detto "molto grato" per l'impegno di Parigi per "ottenere un governo transitorio e per avere elezioni libere". Apprezzamento, da parte di Guaidò, anche per "le parole e l'impegno" del premier spagnolo Pedro Sanchez. Il leader dell'opposizione venezuelana ha anche fatto riferimento ai "progressi" compiti in seno all'Unione europea "per il pieno riconoscimento e il sostegno della nostra lotta legittima e costituzionale". La spaccatura internazionale di fronte alla crisi venezuelana è evidente. Mentre i tre Paesi europei, uniti a Stati Uniti, Canada e oltre una mezza dozzina di Paesi latino americani si sono schierati con Guaidò, un altro blocco di Paesi che comprende Russia, Iran, Turchia, Cuba, Bolivia e Nicaragua sostengono Nicolas Maduro.

 

Nel frattempo la grave crisi politica del Venezuela arriva oggi al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che si riunisce per una seduta d'emergenza richiesta dagli Stati Uniti. Alla riunione parteciperanno il segretario di Stato, Mike Pompeo, e il ministro degli Esteri venezuelano, Jorge Arreaza. Gli Stati Uniti, insieme a diverse altre nazioni dell'America Latina, hanno dichiarato il loro sostegno a Juan Gauido, il presidente dell'Assemblea nazionale e capo dell'opposizione, che mercoledì si è dichiarato presidente ad interim del Venezuela. Altri Paesi, tra i quali la Russia, l'Iran, la Turchia e l'Iran, invece sostengono Maduro, eletto lo scorso maggio in elezioni dichiarate non democratiche ad un secondo mandato che ha iniziato a dicembre nonostante le richieste internazionali di sue dimissioni.

In risposta alla mossa di Washington, Maduro ha tagliato le relazioni diplomatiche con Washington ed ordinato ai diplomatici Usa di lasciare il Paese entro domani. L'amministrazione Trump ha richiamato il personale diplomatico non essenziale ma ha confermato che l'ambasciata rimarrà aperta dal momento che non riconosce più l'autorità di Maduro.

 



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