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20 aprile 2024

Treviso

L'Home Festival diventa tesi di laurea

Il volontario Lorenzo ha scelto il festival trevigiano come oggetto di tesi:"E’ un grande esempio di successo italiano"

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L'Home Festival diventa tesi di laurea

TREVISO - Arrivano da ogni parte d’Italia, persino due dall’Olanda, sono di qualsiasi età e portano con sé un bagaglio variegato di esperienze. Ma una cosa li accomuna: offrire il proprio contributo perché la macchina del festival funzioni perfettamente. Sono loro, il popolo dei 500 volontari, o meglio, gli “angeli” che dedicano il proprio tempo e energia per il loro “Home”, dal 30 agosto al 3 settembre in zona della Dogana a Treviso, uniti dalla voglia di stare insieme, conoscere nuove persone e “dare una mano”.

Tra questi c’è anche uno studente universitario, Lorenzo Zoia, che ha scelto proprio il festival trevigiano come oggetto della sua tesi di laurea, perché, come spiega: “E’ un grande esempio di successo italiano. Al Trinity College di Dublino ho analizzato il trend dei festival in Europa per capire come attraverso una strategia di brand awareness si possa rafforzare in Italia e specialmente in Europa il brand Home, ho poi condotto un Focus Group, per capire meglio la situazione italiana, un questionario online e intervistato diversi esperti del settore per una panoramica completa e precisa”.

Abbiamo incontrato anche Matteo Favaro, 35 anni e ingegnere nella vita, che si definisce prima di tutto volontario, e poi responsabile e coordinatore delle attività degli “angeli” durante il Festival, dal montaggio dei palchi e dei gazebi, alla distribuzione e al servizio dei bar, dall’accoglienza alla raccolta differenziata: "Ogni anno mi stupisco sempre di più nel vedere tante persone che a vario titolo mettono a disposizione le proprie competenze con generosità ed umiltà: da chi ci dedica le sue ferie a chi passa a “dare una mano” tra un turno di lavoro e l’altro. E’ faticoso, quanto bello ed appagante condividere con loro gioie, avventure, sorrisi.".

Dello stesso avviso è anche l’amico Marco Tonellato, 40 anni che da anni aiuta lo staff del festival: “Lo faccio per divertimento – racconta – ma anche per la mia grande passione per la musica e perché sono circondato da splendide persone. Lo consiglio come esperienza a tutti. A condividere il medesimo entusiasmo c’è anche Matteo “Teo”, 38 anni, ingegnere meccanico: “Sei all’aria aperta – sorride – insieme a persone fantastiche, ridi e scherzi ascolti dell’ottima musica live. Che altro volere?”. Le loro sono solo tre delle centinaia di storie che vi potrà capitare di incrociare. Eh sì, perché è proprio questo l’autentico spirito del Festival, essere un luogo dove incontrare gli amici di sempre e farne di nuovi,in un’atmosfera familiare.

 



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