L'URNA CINERARIA E' IN UN LUOGO DIGNITOSO
Il Comune di Casier respinge le accuse di custodire le ceneri di Livio Gatto in uno sgabuzzino
Casier - L’urna che custodisce le ceneri del signor Livio Gatto non giace affatto in uno sgabuzzino, fra le scope, si trova invece, provvisoriamente, per stessa scelta dei figli, nella cella mortuaria del cimitero di Casier, in un ambito assolutamente adeguato e dignitoso, come è verificabile dalla foto. Al figlio Davide Gatto il Comune aveva proposto varie soluzioni.
La prima, come concede la stessa legge regionale, era quella di custodire l’urna presso la propria abitazione, la seconda di depositarla all’interno del loculo della madre, o appunto di collocarla provvisoriamente nella cella mortuaria del cimitero di Casier.
I non residenti, come il defunto signor Gatto, non hanno, infatti, titolo ad essere sepolti nei cimiteri comunali a meno che non vi riposi già il o la consorte, ma nel caso in questione la coppia era separata.
L’amministrazione comunale di Casier respinge, pertanto, le accuse rivolte e mezzo stampa dal signor Gatto e ribadisce quanto l’assessore di reparto, Nicola Botter, e lo stesso sindaco, Daniela Marzullo, hanno ripetutamente comunicato all’interessato stesso, ovvero che gli uffici, su diretto interessamento della Giunta, si sono immediatamente attivati per trovare adeguata sepoltura ai resti del padre scomparso tre mesi fa.
Il tutto, ovviamente, nel rispetto del regolamento cimiteriale e tenendo conto dei tempi tecnici necessari per le procedure amministrative.
“L’amministrazione – spiega Botter - ha più volte rassicurato il signor Gatto che è sua volontà attuare quanto prima la soluzione definitiva, ovvero l’individuazione all’interno dell’area cimiteriale un ambito adeguato per la sepoltura delle urne cinerarie, per dare adeguate risposte a tutti i cittadini. Il regolamento in vigore – conclude l’assessore - prevede per i residenti una priorità necessaria e opportuna, anche per ovvie questioni di spazio, ma non per questo gli uffici e noi amministratori non ci stiamo occupando di questo caso”.
In foto: il luogo dove è conservata l'unra cineraria