TREVISO - Nei primi 26 giorni di maggio le aziende del Triveneto hanno subito 197.178 attacchi informatici, e fra queste compaiono per lo più imprese manifatturiere, banche e aziende ospedaliere: a dirlo, a Treviso, in un incontro promosso da Clusit, l'Associazione italiana per la sicurezza informatica, e UniS&F, la società di servizi e formazione di Unindustria delle province di Treviso e Pordenone.

 

Per gli esperti la figura dell'hacker si è in pochi anni trasformata da quella vagamente "romantica" o attivista (come Anonymous) a quella di soggetti con un vero profilo criminale, spesso al servizio di organizzazioni finanziatrici secondo un modello stratificato tipico della delinquenza organizzata.

 

A questo, è stato anche aggiunto, con la perdita di quella specie di etica non scritta dei primi tempi in cui si evitavano obiettivi che avessero ricaduta diretta sulla popolazione, come accaduto invece di recente con intrusioni in sistemi informatici delle strutture sanitarie.

 

"E' arrivato il momento di non parlare più di IT manager all'interno delle organizzazioni. Sono necessarie figure competenti - hanno aggiunto gli specialisti - che, avendo accesso a tutte le informazioni aziendali, siano in grado di avere una visione a 360 gradi sulla realtà aziendale, con l'unico obiettivo di aiutare la direzione a prendere le decisioni corrette e la cyber sicurezza deve entrare rapidamente nei consigli di amministrazione delle aziende".