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18 aprile 2024

Treviso

MAITRESSE A GIUDIZIO, RISCHIA 12 ANNI

Il bordello gestito dalla 63enne in centro a Treviso venne smascherato da "Le Iene"

| Milvana Citter |

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MAITRESSE A GIUDIZIO, RISCHIA 12 ANNI

TREVISO – In aula la maitresse di via Sant'Agostino. Il giudice per l'udienza preliminare Elena Rossi ha rinviato a giudizio Bruna Zandonà (in foto), la 63enne accusata di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione.

A far partire l'inchiesta sulla sua casa a luci rosse in pieno centro storico, era stato un servizio della trasmissione televisiva di Italia Uno «Le Iene». La donna rischia una condanna da 6 a 12 anni di carcere.

Non ha scelto di ricorrere a riti alternativi cercando uno sconto della pena, Bruna Zandonà preferisce affrontare il processo: «Senza ipocrisie perché lei non si nasconde, non ha mai mentito su quale sia la sua professione. Speriamo che non siano i benpensanti a nascondersi dietro di lei» commenta il suo avvocato Stefano Pietrobon.

Il processo inizierà il 3 ottobre prossimo, a quasi due anni da quando un servizio televisivo aveva inguaiato la maitresse e fatto tremare decine e decine di trevigiani, suoi clienti, preoccupati che nel clamore della vicenda potessero venir fuori anche i loro nomi.

Ad incastrare la 63enne, che non ha mai fatto mistero di fare «il mestiere più antico del mondo», era stata proprio una ragazza che, con telecamera nascosta, si era finta aspirante prostituta e si era presentata a Bruna per chiederle un lavoro. La 63enne le aveva spiegato nel dettaglio come funzionavano le cose nel bordello di via Sant'Agostino: clienti selezionati, no preservativo «perché qui sono abituati così», tariffe dai 150 ai 200 euro a prestazione da dividere al 50%, no droga o pratiche violente, e appuntamenti solo di pomeriggio dal lunedì al venerdì.

Un sistema rodato, il suo, che funzionava da anni come avrebbero ricostruito le indagini della procura, coordinate dal sostituto procuratore Iuri De Biasi, che contesta alla donna l'esercizio di una casa di prostituzione, nella quale dal 2006 al 2010 si sarebbero avvicendate 20 donne dedite al meretricio, con organizzazione di mezzi e spartizione dei profitti.

La 63enne deve rispondere dei reati di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. Già nel 2004 era stata condannata ad una pena di due anni per il reato di favoreggiamento.

 

 


| modificato il:

Milvana Citter

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