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24 aprile 2024

Treviso

Manifatturiero: a Treviso la produzione cresce del +5,7%

Crescita superiore alla media regionale nel secondo trimestre, Pozza:"Beni strumentali con una marcia in più rispetto ai beni di consumo"

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Manifatturiero: a Treviso la produzione cresce del +5,7%

TREVISO - “Nelle province di Treviso e Belluno produzione e fatturato crescono ancora a ritmi sostenuti e anche la raccolta ordini dall'estero non conosce cedimenti”,  commenta il Presidente della Camera di Commercio di Treviso - Belluno, Mario Pozza.

In provincia di Treviso, nel secondo trimestre 2018, la produzione manifatturiera ritorna ad accelerare al +5,7% su base tendenziale (rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), senza particolari differenze tra aziende sopra o sotto i 50 addetti. I più analitici dati regionali, che si avvalgono di un campione statisticamente rappresentativo anche a livello settoriale, mettono comunque in evidenza, come già anticipato, un più sostenuto ritmo per la produzione di beni strumentali (+5,9%). Del +5,0% la crescita della produzione per i beni intermedi. Più debole la dinamica dei beni di consumo (+2%): sotto la cui superficie si celano anche minime flessioni, con riferimento alle imprese della moda e del legno arredo sopra i 50 addetti.

Queste differenze settoriali probabilmente sono all’origine di un lieve calo nel grado di utilizzo degli impianti: che passa dal 73,4% dello scorso trimestre al 72,2% attuale. “Ha indiscutibilmente una marcia in più l’industria dei beni strumentali. E comunque ci salva in generale il fatto che i nostri principali rapporti commerciali avvengono all’interno dell’Unione europea” .  

Quanto al fatturato, appare più che lusinghiera la variazione tendenziale generale del +6,4%, sostenuta dalle vendite all’estero. Situazione alimentata anche da una buona raccolta ordini, tanto dai mercati esteri (+8,5% su base tendenziale), tanto dal mercato interno (+5,8%, sempre su base tendenziale). A fare la differenza, ancora una volta sono beni d’investimento e i beni intermedi. Mentre la raccolta ordini per i beni di consumo conosce ritmi buoni ma meno sostenuti per l’estero (+4,0%) e decisamente più blandi per il mercato interno (+1,6%).  

“Però le guerre tariffarie sono avviate  - continua Pozza – e resta alto, soprattutto, il timore di un’accelerazione delle ritorsioni protezionistiche  fra le diverse economie, come sta accadendo tra Usa e Cina. Questo clima di incertezza, se ancora non registrabile dai nostri indicatori locali, viene avvertito dagli analisti internazionali – dice Pozza -: può condizionare le decisioni di investimento e già trova evidenza in un indebolimento della raccolta ordini per l’estero a livello della manifattura europea”.

“Le previsioni rilasciate dai nostri imprenditori per i prossimi tre mesi scontano per adesso il consueto rallentamento per la pausa estiva, in misura analoga a quanto registrato nello stesso periodo dell’anno scorso” – evidenzia il Presidente Pozza. “Sarà da vedere in autunno la tenuta del ciclo congiunturale. E’ abbastanza realistico immaginare quanto meno un rallentamento della crescita: in questa direzione gli indicatori anticipatori su base nazionale, che già in luglio evidenziano una diminuzione degli acquisti, soprattutto per le industrie che lavorano sui beni intermedi.”  

Su produzione, fatturato, raccolta ordini prevalgono nettamente indicazioni di stazionarietà, e i giudizi positivi e negativi, sostanzialmente, si bilanciano. Volendo spaccare il capello in quattro, sulla domanda estera – più esposta agli effetti delle politiche protezionistiche sopra richiamate – si assiste ad una maggiore polarizzazione delle previsioni fra chi sconta aumenti superiori al 5,0%, e chi, specularmente, teme flessioni superiori al -5,0%. Ma anche per questo indicatore oltre il 50% delle imprese intervistate prevede una sostanziale stazionarietà.

 


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