Il Manzoni? A Conegliano è un vino
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CONEGLIANO - Nel Novecento, con l’arrivo delle gravi malattie, si rese assolutamente necessario trovare una soluzione ai problemi derivanti dalle malattie, dando vita a piante che fossero capaci d’assicurare miglioramenti qualitativi alle viticolture locali, ma soprattutto di essere più forti rispetto alle infestazioni di fillossera.
Tra gli anni Venti e Cinquanta del ‘900 verranno creati nuovi vitigni mediante l’incrocio di diverse varietà d’uva, grazie anche alle nuove scoperte di Mendel sulla genetica. In Italia, la tecnica dell’incrocio fu praticata soprattutto dal professor Luigi Manzoni, dal 1912 titolare della cattedra di Scienze naturali e patologia vegetale della Regia Scuola di Viticoltura ed Enologia di Conegliano, che in oltre dieci anni di ricerche e sperimentazioni creò una gamma d’incroci chiamati appunto “incroci Manzoni”.
Nel Quindicinale in uscita in questi giorni l’intervista allo storico Francesco Boni de Nobili, che ci parla dell’incrocio Manzoni e della sua storia.