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19 aprile 2024

Oderzo Motta

MEDUNA PRONTA AL RFERENDUM. ECCO COME E PERCHE'

Marica Fantuz: "non lo facciamo per motivi economici"

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Conclusa la raccolta firme, il comitato per il passaggio di Meduna al Friuli Venezie Giulia è pronto a far indire il quesito referendario.

L’iter sarà il seguente: delibera del Consiglio comunale di richiesta di referendum, nomina di due delegati alla consegna; deposito della stessa, entro tre mesi, all'ufficio centrale per il referendum presso la Corte di Cassazione a Roma; controllo dell'Uifficio e relativa ordinanza di legittimità della stessa entro un mese, comunicata al Ministero dell'Interno. Entro i successivi tre mesi, su proposta del Ministero, il Consiglio dei Ministri, decreterà il giorno della consultazione, con indizione mediante decreto del Presidente della Repubblica.

Marica Fantuz, presidente del comitato, spiega le motivazioni del desiderio di lasciare il Veneto: «Non è vero che abbiamo realizzato questo referendum per motivi meramente economici o per “la benzina”. I legami di Meduna con i paesi confinanti della provincia di Pordenone e con l’intero Friuli sono profondi e solidi e poggiano su una storia comune. Meduna è stata infatti per secoli una roccaforte dei patriarchi di Aquileia; la giurisdizione del castello di Meduna comprendeva molti villaggi, oggi appartenenti sia alla provincia di Pordenone, sia a quella di Venezia (Portogruarese). In epoca napoleonica, quando nacquero le Municipalità, Meduna comprese ancora alcuni paesi dell’attuale comune di Pasiano di Pordenone.

Solo nella prima metà dell’Ottocento Meduna venne unita alla provincia di Treviso, con cui non aveva in precedenza mai avuto rapporti. Alla diocesi di Aquileia prima, a quella di Udine poi, Meduna è appartenuta fino al principio del XX secolo, quando è stata aggregata alla diocesi di Concordia-Pordenone. A livello ecclesiastico, fra l’altro, una parte del territorio di Meduna (Mure) fa parte della parrocchia di Azzanello, nel comune di Pasiano di Pordenone. Le ragioni della storia, dunque, sono tutte a favore dell’appartenenza di Meduna al Friuli e così la geografia, poiché c’è assoluta continuità tra questo comune e quelli pordenonesi: con questi non esistono confini naturali, poiché tutti sono posti sulla sponda sinistra del fiume Livenza.

Strettamente collegati sono anche i problemi sociali, economici, ambientali, anzi, sono gli stessi, legati ai trasporti e alla viabilità, alla situazione idrica, alla difesa dalle piene e dalle esondazioni, allo sviluppo sostenibile, alla dislocazione e gestione delle aree industriali e artigianali, che potrebbero trovare migliore soluzione nell’ambito delle norme amministrative, urbanistiche e finanziarie attualmente in vigore nel Friuli Venezia Giulia, con gli incentivi alla distrettualizzazione e al consorzio delle realtà produttive e degli Enti Locali. Questi sono i motivi ed i requisiti che abbiamo per poter alzare la voce e farci sentire. Aggiungo inoltre la contraddizione che da sempre è sotto gli occhi di tutti: agevolazioni e privilegi dei comuni limitrofi, a noi vengono negati perché le due regioni non hanno le stesse possibilità; ne elenco cinque: Bolli ed assicurazioni, contributi regionali, ticket sui medicinali, mutui, trasferimenti ai comuni (più servizi ai cittadini, più servizi alle famiglie)».

 

 


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