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19 aprile 2024

Economia e Finanza

Metalmeccanici pronti allo sciopero

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Metalmeccanici pronti allo sciopero

Trattativa lenta al tavolo del rinnovo del contratto dei metalmeccanici tra Federmeccanica e sindacati che oggi hanno rinviato l'esame della partita più calda del confronto, quella sul salario, al nuovo incontro fissato per l'11 marzo prossimo, l'ultimo in ristretta prima che il negoziato riapprodi in plenaria, il 15 marzo.

E in questa situazione di 'calma piatta' e senza prospettive di un'evoluzione positiva del negoziato sul capitolo più riformatore del contratto, Fim Fiom e Uilm si preparano, unitariamente, allo sciopero e alle mobilitazioni . Partiranno con ogni probabilità agli inizi di aprile, infatti, le convocazioni di attivi unitari sindacali (si pensa a tre grandi assemblee, Nord, Centro e Sud) con cui informare i lavoratori sullo stato della trattativa.

Date queste che potrebbero non essere casuali e che arriverebbero subito dopo la designazione del nuovo presidente di Confindustria, in calendario per il 31 marzo che renderà chiaro l'orientamento 'contrattuale' di viale dell'Astronomia. E a seguire lo sciopero.

"Il percorso di questa trattativa dimostra l'impossibilità di arrivare ad una conclusione positiva. Non azzardo ipotesi ma è chiaro che questo negoziato necessita di un supporto: attivi unitari e sciopero compreso", spiega il leader Uilm, Rocco Palombella. Ma l'ipotesi è all'ordine del giorno anche della Fiom, sopratutto dopo la decisione del Comitato centrale di dare mandato alla segreteria di decidere se incrociare le braccia. "Senza novità sul fronte salariale la trattativa non potrà proseguire che con la mobilitazione unitaria. Ne stiamo discutendo ma sta diventando una consapevolezza positiva", aggiunge il leader delle tute blu della Cgil, Maurizio Landini.

E di sciopero parla anche la Fim, da sempre il sindacato che maggiormente frena sul fronte mobilitazione. "Stiamo valutando unitariamente quanti attivi e quante ore di sciopero fare sapendo che un pezzo del settore sta vivendo una crisi pesante ", dice Marco Bentivogli che conferma il 'riavvicinamento' in questa trattativa con la Fiom. Il sindacato però intende muoversi con i piedi di piombo: "è chiaro che la mobilitazione deve andare in parallelo alla trattativa.

In una mano il megafono ma con l'altra si lavori ad un accordo". "Nessuno stop al confronto, che già vede tempi troppo lunghi. Bisogna impegnarsi tutti per stanare Federmeccanica perché a me non interessa l'unità della disperazione; voglio uno sciopero che funzioni, non un esercizio ginnico, e che serva a far cambiare idea a Federmeccanica", scandisce ancora Bentivogli.

Ma anche su temi certamente più 'neutri' di quello della struttura salariale, le posizioni sembrano via via distanziarsi più che convergere. E' il caso dell'inquadramento professionale uno dei capitoli al centro del confronto di oggi e su cui Fim Fiom e Uilm si attendevano passi avanti, mai arrivati. Anzi. La proposta di revisione delle qualifiche messa sul tavolo da Federmeccanica oltre ad essere, per i sindacati, 'lunga e farragginosa' si è rivelata anche a costo zero per le imprese.

"Le proposte delle imprese presentateci in pompa magna il 22 dicembre scorso si vanno sgonfiando: erano quindi sono uno spot pubblicitario", commenta in una pausa il leader Uilm, Rocco Palombella deluso dal fatto che nelle nuove norme che rimanderebbero in realtà ad una commissione di monitoraggio e ad una sperimentazione di nuove qualifiche "non si intravedano benefici economici" contrariamente a quanto assicurato dalle imprese all'avvio della trattativa. E la proposta appare "lunga e complicata" anche per Landini che ironizza sull'evoluzione futura del negoziato: "se il buongiorno si vede dal mattino....piove".

 



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