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19 aprile 2024

Vittorio Veneto

IL MIO NOME E' DIOR

Una coppia voleva chiamare il figlio venerdì. Gli è stato poribito. Ma a Vittorio i nomi inconsueti si sprecano

| Emanuela Da Ros |

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| Emanuela Da Ros |

IL MIO NOME E' DIOR

Vittorio Veneto - La figlia di Totti si chiama Chanel; quella di Gwyneth Paltrow, Apple. Per fortuna (mettiamola così), io non sono una diva del calciocinema se no i miei figli (e me l’avrebbero rinfacciato a vita) avrebbero potuto chiamarsi Givenchy e Kiwi.


Fino a qualche anno fa, sembrava che la moda dei nomi xenofili o inconsueti fosse tramontata. Ma le notizie-dal-mondo ci fanno sapere che non è per nulla così. Qualche settimana fa a una coppia è stato proibito (ben fatto!) di battezzare il pargolo Venerdì. Un episodio che (mi) ha sollecitato una (serie di) curiosità.


A Vittorio Veneto, qual è il nome maschile e femminile più diffuso? Qual è il nome più strano registrato all’anagrafe? E quanti nomi stranieri riempiono i registri di Largo Cavallotti?


Niente tormenti. Le notizie sono positive. Il nome più diffuso tra le vittoriesi (femmine) è ancora (rullo di tamburi cattolici) Maria, seguito da Anna e da Francesca. Da Paola, Laura ed Elena. Tra i maschietti, il nome più frequente è Giovanni, seguito da Giuseppe, Andrea, Alessandro, Antonio.
Il nome “Antonio”, scorrendo l’ordine alfabetico dei nomi cittadini si colloca però al 273°posto, attorniato da un nugolo di nomi stranieri (o che si riferiscono a paesi lontani): Apolodor, Arben, Argentina, Arqif, Anton Suraj, Ansoumana, Anatolie…Con la lettera A, spiccano i nomi – italianissimi – di Addolorata (speriamo che nel caso della vittoriese non valga il detto nomen omen, cioè “il nome è un presagio”) e Archimede (carino!).


I nomi legati ai santi patroni cittadini resistono: a Vittorio Veneto ci sono 87 donne che si chiamano
Augusta e 38 uomini battezzati col nome di Tiziano, che piace di più in versione femminile (le Tiziana vittoriesi sono 84).


Scorrendo i nomi vergati sui registri dell’anagrafe cittadina scopriamo però delle chicche niente male. A Vittorio Veneto risiede un Ramo (nome di origine bosniaca), una Samba, un Sauro (che è l’etimo della specie dei serpenti e che è stato dato al figlio da genitori italiani), una italianissima Siria, un Sirio, un Ulisse (nazionalità: Italia), una Vanity (nazionalità: Italia), due Vasco (il cantautore non sarà estraneo al concepimento), un Dior (nazionalità italiana); un Veli (nazionalità italiana), un paio di Benito, un Benone (di origine rumena); un Bo (nome dal sapore orientale), una Bona (nazionalità italiana)  e un Branko, un vittoriese di origine croata che chissà se fa gli oroscopi.


Da genitori italianissimi, a Vittorio Veneto, sono nati Dior, Diva, Dea, Emo, Heidi, Caldina, Carissima, Napoleone, Lido e un paio (non di più) di Giusto.
I vittoresi immigrati dalla Cina ci hanno regalato un “Chi”, una coppia di Camerunensi ci ha portato un Darwin, due senegalesi hanno il nome di una multinazionale (Fanta) e un ghanese si chiama Love (ovvero – leggetelo con un sospiro -  “Amore”). Dall’Albania arrivano a Vittorio Veneto i nomi di Nasi e Nazi e dal Marocco tantissimi Mohamed, ma nemmeno (quasi lo speravo) un Obama!


Altra curiosità: un vittoriese si chiama Lido, una vittoriese Lana. E le Libere? Questo nome, che piaceva così tanto nel dopo-guerra, è finito nel dimenticatoio: su 29.228 nomi (cifra aggiornata al 18 novembre 2008) c’è solo una Libera e una sola Liberata.


Emanuela Da Ros

 


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Emanuela Da Ros

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