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20 aprile 2024

Treviso

Molinetto della Croda: l'interrogativo delle azioni concrete e la responsabilità che non c'è

Consiglio Provinciale straordinario: l'evento non è riconducibile al diboscamento

| Davide Bellacicco |

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| Davide Bellacicco |

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TREVISO-Una sala gremita quella che questa sera ha ospitato il Consiglio Provinciale straordinario convocato per fare luce sui tragici fatti occorsi la sera del 2 agosto presso il Molinetto della Croda ed aperto agli esponenti delle istituzioni.

La tragicità dell’evento non ha lasciato spazio a polemiche ma, nell’analisi dei fatti, è emerso come la pur efficentissima macchina dei soccorsi abbia riscontrato delle difficoltà tecniche dovute alla mancanza di illuminazione pubblica e, soprattutto, alla totale assenza di copertura per quanto concerne il segnale delle reti mobili. Il Suem 118, inoltre, ha colto l’occasione per denunciare l’inadeguatezza dei mezzi a disposizione per le maxi emergenze, ormai troppo datati e, non di rado, allestiti per quanto possibile dagli stessi volontari.

Il Dott. Busoni, geologo, riferisce come a seguito delle piogge che nel mese di luglio hanno interessato il nostro territorio, si sia verificata una totale saturazione del terreno, ormai incapace di assorbire ulteriori apporti idrici. A questo va aggiunta la particolare conformazione delle colline, ed una franosità da tempo rilevabile tanto in zone incolte, quanto in aree coltivate.

L’ipotesi circolata in questi giorni di una possibile responsabilità umana derivante dal diboscamento finalizzato alla produzione di vitigni è stata seccamente smentita dalla Forestale, che ricorda come già al tempo di Cima da Conegliano non vi fossero più boschi, (un dato, quello dell’assenza di diboscamento, confermato anche da diversi amministratori locali) registrando, tuttavia, non indifferenti indizi di dissesto idrogeologico risalenti a tale epoca.

Intanto gli stessi amministratori chiedono che cessi una politicamente strumentale caccia alle streghe per individuare i responsabili in un evento naturale totalmente privo di nesso di causalità con l’azione umana.

Il Consiglio provinciale, approvando l’ordine del giorno all’unanimità, ha chiesto di svincolare i comuni colpiti dal patto di stabilità ed ha invitato governo e regione alla collaborazione con gli enti locali per far fronte all’emergenza.

Il Presidente della Giunta, Leonardo Muraro ha sottolineato il primato della Provincia nel Veneto per quanto concerne l’approvazione di un piano che ha posto in sicurezza aree a rischio, generando notevoli limitazioni alle attività produttive, consapevole delle esternalità negative che una stagione pure florida come quella degli anni ’80 ha portato in termini di impatto ambientale.  “In ventiquattr’ore abbiamo ripristinato la viabilità provinciale ed ora restano solo i lavori di consolidamento e tenuta dei punti franati”, evidenzia, ma è “Necessario un coordinamento di area vasta per combattere le programmazioni settoriali dei piccoli enti locali” perché oltre all’intervento ex post vi possa essere anche una buona gestione che prevenga simili eventi.

Zabotti e Silvestri (Marca Civica e UDC) chiedono competenze certe e risorse adeguate, ricordando i successi dell’ente Provincia in fatto di sicurezza stradale ed auspicando un analogo impegno in fatto di sicurezza ambientale. Il Molinetto, cartolina della “Marca gioiosa et amorosa”, deve rinascere ma, nel segno del rispetto per una comunità che ha perduto i suoi cari, è ora di intervenire facendo seguire alla solidarietà di questi giorni, il sindaco di Refrontolo ringrazia quanti hanno coordinato i lavori di soccorso e di ripristino, azioni concrete per la sicurezza del territorio. Un appello, quello alle azioni concrete, che trova sponda in tutto il Consiglio e, in particolare in Amendola (SEL), che invita a cessare di parlare, in occasione di ogni evento drammatico di fatalità se, nei fatti, alle parole non seguono misure. Il problema ha, tuttavia, radici profonde, giacché, come rileva Mario Gabrielli (NCD), che, studiando approfonditamente la storia del clima del Quartier del Piave ha riscontrato fenomeni idrogeologici analoghi avvenuti nel primo ottocento (tanto a conferma dell’inesistenza di causalità umana, quanto per constatare la necessità di risolvere un problema endemico), il tema principale è la scarsità di fondi. Sul punto ha anche annunciato un’interrogazione parlamentare del senatore e consigliere provinciale Franco Conte, finalizzata a chiedere al Governo lo stato di calamità naturale.

Domani la veglia funebre al Duomo di Pieve di Soligo. Molto probabile la presenza, per l’occasione, del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi.

 

 


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