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29 marzo 2024

Politica

Muos, il radar che agita i 5S

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Muos, il radar che agita i 5S

Non ci sono solo il Tap e la Tav a incendiare gli animi dei Cinquestelle. Dopo gli scontri sul gasdotto pugliese e la ferrovia Torino-Lione ad alta velocità, la nuova grana dei grillini porta il nome di Muos - acronimo di 'Mobile User Objective System' -, il megaradar americano gestito dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti in costruzione nella riserva naturale della Sughereta di Niscemi, in Sicilia. Un'opera strategica, da sempre contestata dalla popolazione e dai rappresentanti politici locali, che sembra generare malumori anche all'interno del Movimento Cinque Stelle.

I grillini si sono sempre detti favorevoli allo smantellamento della base e qualche giorno fa, ospite a Scordia, in Sicilia, il vicepremier Luigi Di Maio ha annunciato "importanti novità" sul dossier, senza aggiungere altro. Mentre dall'isola sono arrivate le parole del pasionario no-Muos Giampietro Trizzino, deputato 5Stelle dell'Assemblea regionale siciliana, che ha annunciato l'intenzione di smantellare il megaradar. "Smantelleremo il Muos" ha annunciato ieri Trizzino, bollando come "un fatto già passato" la memoria presentata dalla ministra Trenta contro il ricorso dei No Muos che intendono bloccare l’attività del sistema di comunicazione satellitare militare americano.

Il deputato siciliano ha quindi annunciato che "il M5S e il governo hanno già preso una posizione, quella che hanno sempre avuto, e Luigi Di Maio a breve la comunicherà". Quando? "A breve, brevissimo" ha tagliato corto Trizzino. La Difesa però frena. "La linea sul Muos è molto chiara - hanno precisato ieri fonti del ministero - e in questi giorni il governo è al lavoro sul dossier. Qualsiasi altra esternazione o posizione assunta da esponenti non appartenenti all’esecutivo è da considerarsi espressione del singolo soggetto politico, non del ministero della Difesa e men che meno del governo. L'unica voce ufficiale sul tema è e sarà quella del governo".

Il Muos, terminato nel 2014, è stato installato a seguito di un accordo bilaterale siglato da Italia e Stati Uniti. Oltre a integrare forze navali, aeree e terrestri in movimento in qualsiasi parte del mondo ha l'obiettivo di rimpiazzare l'attuale sistema satellitare UFO (Ultra High Frequency Follow-On). Secondo gli attivisti, l'opera rischia di danneggiare l'ecosistema della Sughereta di Niscemi. Dopo la battaglia finita in tribunale, il 14 novembre spetterà al Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione Sicilia decidere sulla sentenza emessa nel 2016 dallo stesso Consiglio che aveva sbloccato i lavori.

 



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