Nato per correre. Un inno, quasi un invito a non arrendersi, perché in fondo "siamo nati per fuggire". Così cantava Bruce Springsteen quarant'anni fa, nella sua iconica 'Born to Run', canzone omonima dell'album che sarebbe diventato una delle colonne portanti della musica rock, e che spegne oggi quaranta candeline. 'Born to Run' non era solo l'ennesimo disco rock'n'roll quando uscì nei negozi il 25 agosto del 1975, ma un punto di svolta nella carriera del 'Boss'.

Dopo 'Greetings from Asbury Park, N.J.' e 'The Wild, the Innocent & the E Street Shuffle', pubblicati nei 1973, 'Born to Run' riesce a far breccia presso il grande pubblico, grazie anche alla copertina in bianco e nero realizzata dal fotografo Eric Meola e ai testi delle canzoni, delle ballate che richiamano le atmosfere aspre respirate dal 'Boss' nei primi anni Settanta.

A fare da leitmotiv ai testi, il tentativo di non rimanere intrappolati nell'American Dream, il sogno americano che i giovani del New Jersey come lui vedono infrangersi con il raggiungimento della maggiore età. Dopo aver raccolto ampi consensi, ed essere stato universalmente conosciuto come uno dei più grandi album di tutti i tempi, nel 2003 'Born to run' è stato consacrato dalla rivista Rolling Stone come uno dei 500 migliori album della storia.