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28 marzo 2024

Castelfranco

AUTISTICO PICCHIATO DAL PRESIDE: IL PADRE VUOLE UN CONFRONTO

Chiama in causa anche il Provveditorato e l’Ufficio Scolastico Regionale per trovare “soluzioni immediate”

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Castelfranco - Il padre del ragazzo autistico che ha accusato il preside di una scuola media castellana di aver picchiato suo figlio ora si rivolge direttamente al preside stesso, al Provveditorato agli Studi di Treviso e all’Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto. Vuole ci sia un incontro per affrontare il problema e trovare “soluzioni immediate da adottare, dando così un esempio di civiltà e di adempimento dei propri ruoli e delle proprie responsabilità, anche se oramai con molto ritardo”.

Ha domande precise ed esige risposte altrettanto precise. Ha deciso di farlo mezzo stampa, perché si è reso amaramente conto che solo in questo modo ha la possibilità di essere ascoltato. “Quello che io chiedo – afferma il padre del ragazzo in una nota diffusa ieri –, e chiedendolo ho la sensazione di interpretare il pensiero di tutti i genitori e, in modo particolare, degli alunni, dai quali percepisco il sostegno e l’appoggio, è una risposta decisa, immediata ed esemplare, alle tante domande e dubbi che sono in sospeso”.

Ecco quindi che cosa chiede. Primo: “Perché dopo aver assicurato che il fatto era gravissimo e si sarebbero presi provvedimenti, che sarei stato informato di tutto, che ci sarebbe stato qualcuno a scuola a controllore ogni giorno e così via, le responsabili del Provveditorato di Treviso e della Direzione Generale di Venezia sono sparite e non hanno risposto alle mie decine di telefonate, ai fax e alle raccomandate inviate, alla lettera di 22 genitori, alle sollecitazioni telefoniche e scritte del mio avvocato?”.

Secondo: “Si ritiene veramente che un preside che mette le mani addosso ad un minore, perlopiù autistico, qualsiasi sia stata la causa o le ragioni, sia una cosa da far passare a fine anno? Tutti buoni che non è successo niente? E poi semplicemente un cambio di istituto risolve la cosa?”.

Terzo: “È giusto che un preside con questi comportamenti, a quanto mi si dice non nuovo a lettere indignate da parte dei genitori degli alunni, già trasferito da altri istituti, sia ancora tranquillamente al suo posto tra i ragazzi?”.

Quarto: “Perché le testimonianze rese a seguito dell’ispezione scolastica disposta non si possono conoscere? Sono da tenere nascoste? E chi dovrebbe conoscerle, se non i genitori e le persone coinvolte?”.

Quinto: “Non conta niente quello che hanno visto tante persone presenti al fatto, che hanno testimoniato e possono riconfermare tutto l’accaduto?”.

Sesto: “È stato detto che non ci sarebbero risvolti penali nella denuncia fatta? E che risvolti ci sarebbero? Tutto regolare? Tutto bene? Veramente si pensa di sorvolare e di buttare sopra un po’ d’acqua fresca a fine anno, quando tutti i ragazzi saranno in altri istituti?”.

Settimo: “Alle gravi conseguenze di carattere psicologico sofferte da un ragazzo tredicenne, peraltro con handicap, che viene così violentemente aggredito, non si pensa?”.

Quindi si arriva alla resa dei conti. Lo sfogo davanti a taccuini e telecamere della settimana scorsa non era fine a se stesso. Non era un atto di esibizionismo. E neppure semplice vendetta. “A nome della mia famiglia – scrive il padre del ragazzo -, ma credo anche a nome dei compagni di mio figlio e dei loro genitori, chiedo una risposta immediata e molto precisa a queste domande, perché tutti dobbiamo rispettare le istituzioni e vorremmo credere nel loro operato”.

Accusa il sistema di coprire il dirigente. Parla di vera e propria omertà: “Senza risposte e peggio ancora non affrontando fatti gravi come questo con onestà, chiarezza e a viso aperto, è chiaro che invece i nostri figli vengono educati ad odiare questo sistema, dove sembra che si usi il potere per erigere muri di omertà e protezione. Se questo dialogo è possibile io sono pronto, come lo sono del resto da sei mesi a questa parte. Si dice che è meglio tardi che mai!!! Guardiamoci dritto negli occhi e diamo un esempio giusto ai nostri ragazzi”. MC

 


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