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29 marzo 2024

Valdobbiadene Pieve di Soligo

"TURISMO E SICUREZZA": CONVEGNO SU UNA CULTURA POSITIVA DEL BERE

Cosa si fa e cosa si deve fare per arrivare a un consumo consapevole dell’alcol

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Valdobbiadene. Interrogarsi e confrontarsi su una problematica spinosa come “Turismo e sicurezza”, che implica anche una seria riflessione sulla scottante questione delle ripercussioni dell’abuso di alcol, è indubbiamente un’iniziativa coraggiosa e tanto più significativa se a proporla sono gli stessi operatori di un territorio, come quello dell’alta collina trevigiana, a specifica vocazione enoturistica.

Eppure è quanto ha fatto la Strada del Prosecco e Vini dei Colli Conegliano Valdobbiadene organizzando il convegno che giovedì 8 maggio ha  riunito a Valdobbiadene esperti e autorità per misurarsi proprio su queste tematiche. E Floriano Curto, Presidente della Strada,  non ha dubbi: “Se vogliamo costruire un grande progetto di turismo del vino, di qualità e veramente credibile, per primi i produttori devono avere e saper dare poi informazioni corrette al consumatore su cosa significa assumere dell’alcol. E’ questa la strada per arrivare ad un consumo del vino consapevole, responsabile, sicuro per sé e per gli altri”.

In merito alla sicurezza sulla strada, indissolubilmente legata all’educazione e alla prevenzione, è inteventuo il Comandante Provinciale dei Carabinieri, Tenente Colonnello Ugo Carlino, fornendo le drammatiche cifre relative agli incidenti stradali mortali, particolarmente gravi in Veneto e nella Provincia di Treviso. Il 10% delle vittime in Italia, infatti, si colloca nella nostra regione e di queste il 20% nella Marca. Davanti a questi dati il comandante Carlino ha voluto sottolineare, accanto al peso dell’attività di repressione, soprattutto l’importanza dell’azione di prevenzione ed informazione che la stessa Arma dei Carabinieri sta conducendo, in modo particolare nelle scuole attraverso numerosi progetti di educazione alla legalità. Interventi tanto più giustificati se si considera che l’età del primo approccio all’alcol in Italia è la più bassa di tutta Europa (12 anni) e che nel Veneto si arriva a 11 anni.

Sui danni a lungo termine dell'abuso di alcool, invece, quelli che impiegano anni a uccidere, ha relazionato il dottor Flavio Zancanaro dell’Università di Padova. Zancanaro ha delineato con chiarezza i variegati effetti sull’organismo derivanti, inevitabilmente, dall’assunzione di prodotti contenenti etanolo, partendo dalla premessa che “bere con consapevolezza significa sapere che quando beviamo il nostro corpo assume anche una sostanza tossica”. Proprio per questo Zancanaro ha incoraggiato i produttori del territorio a continuare sulla strada di “abbinare alla presentazione dei loro vini di qualità anche quella di una cultura d’uso di questi prodotti”.

Concetto ribadito anche dal dottor Luciano Milani, direttore del distretto socio sanitario dell’ULSS 8, che ha inoltre rilevato come, in questi ultimi anni, sia notevolmente cambiata la percezione sociale del vino: oggi assunto a elemento fondamentale di comunicazione, di socializzazione, con rilevanti valenze culturali, turistiche, economiche. Ma proprio in questo contesto “è tanto più importante dire con chiarezza che bisogna stare attenti nell’avvicinarsi all’alcol. - ha affermato Milani - L’invito non è a non bere, ma a cambiare approccio, a mantenere un atteggiamento critico quando si beve, a privilegiare comportamenti originali invece che seguire dei modelli stereotipati”.

Da più voci è quindi arrivata la conferma che fondamentale è lavorare per creare una cultura del bere informato, responsabile e consapevole. Una cultura che va formata attraverso percorsi educativi regolari, specie nei confronti dei giovani. 

"Nell’immediato però – ha concluso il convegno Alessandro Moser, direttore de "la Tribuna di Treviso" e coordinatore della giornata - c’è bisogno anche d’altro per affrontare l’emergenza dell’abuso di alcol e le sue molteplici ricadute negative". "Bisogna darsi delle regole concordate e condivise - ha spiegato Moser - e pretendere che siano rispettate, richiamandoci con rigore alle responsabilità individuale”.

 


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