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29 marzo 2024

Oderzo Motta

IL PD BOCCIA IL PROGETTO DI VIA MAGNADOLA

Con un comunicato il gruppo di Orlando si dimostra critico

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Motta di Livenza - Il "governo ombra" promosso dal PD di Maurizio Orlando (nella foto), con tanto di Giunta, sindaco e assessori boccia il progetto per sistemare via Magnadola. Con un comunicato, il gruppo spiega per filo e per segno il suo punto di vista.

«Il sistema di circolazione è stato pensato come un circuito a doppio senso unico attorno a due nuove rotatorie, una all'altezza di via Cadamure ed una all'altezza di via Istria.

Sarà sempre obbligatorio svoltare a dx da qualsiasi parte si entri nella strada provinciale. Aspetti Positivi Finalmente si mette mano alla viabilità disastrata della Zona Industriale Sud.

La Provincia ha assegnato i lavori dell'appalto non con il solito metodo del massimo ribasso (chi meno offre, vince) ma con il sistema dell'offerta migliorativa. I lavori vengono ufficialmente consegnati Lunedì 26 Maggio.

Aspetti negativi dell'intervento Nel breve la viabilità. I lavori dureranno un'anno (potevano durare di più e questo fa parte dell'offerta migliorativa) verranno divisi in varie tranche di lavoro. La parte più critica riguarda la zona tra via Valle d'Aosta e via Cadamure, 440 mt. di lunghezza.

Qui verrà installato un semaforo intelligente per regolare l'andata ed il ritorno dei mezzi. Sarà il disastro. Chi fa pausa pranzo mangerà un panino in automobile, sarà più conveniente.

Lo diciamo perchè basta farsi un giro in piazza San Rocco alle 18.00 di ogni sera per capire quante sono le automobili in coda, e di lì passa solo 1/4 del traffico della zona industriale, e non c'è un semaforo.

Forse, poteva essere presa in considerazione la possibilità di allungare via Friuli sino a via Valle d'Aosta, lungo l'argine del canale Brian. Le altre tranche di lavoro invece prevedono un senso unico con la deviazione da via Dalmazia e quindi in via Friuli sino a via Cadamure per chi viene da Cessalto, ed una sola corsia a senso unico di via Magnadola per chi viene da Motta.

Aspetti negativi del progetto Abbiamo partecipato all'incontro organizzato dall'amministrazione comunale fra gli attori dell'operazione venerdì scorso, fra cui il responsabile della viabilità della Provincia di Treviso che al termine della sua presentazione ha detto di aver lasciato una porticina aperta per gli eventuali suggerimenti della platea composta per la maggior parte da industriali. Naturalmente abbiamo chiesto che questa porticina potesse diventare un portone visti i numerosi suggerimenti che abbiamo portato.

In primis la pista ciclabile; nel progetto è prevista una sola pista ciclabile sul lato sx verso Cessalto. Ma chi lavora sul lato dx come fa? Certo mi direte, meglio di niente! No! Meglio avere la possibilità di poter circolare in bicicletta anche dall'altro lato oppure possiamo usare la bicicletta anche sui marciapiedi?

Accompagnata a mano, mi ha corretto l'architetto provinciale! E chi lavora nel lato dx per tornare verso Motta che fa? 1 km accompagnando la bicicletta a mano? No attraversa. E qui salta fuori la questione degli attraversamenti pedonali, sollecitata da una attenta signora della platea. Si potrà attraversare solo sulle rotonde, cioè in via Cadamure ed in via Istria, come dire, dopo 10 ore di lavoro mi faccio 2 km in più in biciletta e vado a casa contento. Non sarà così, la gente attraverserà dove gli capita per accorciare la strada, a grave rischio della propria incolumità e speriamo bene.

Naturalmente i progettisti hanno confermato le grandi difficoltà per realizzare una pista ciclabile anche dall'altro lato, costi di esproprio etc. ma come diceva sempre un vecchio titolare per cui ho lavorato: Volere è potere, e la differenza nel fare un lavoro fatto bene o male è la negligenza! Un'altro signore della platea ha intelligentemente chiesto se fosse prevista una fermata di autobus.

Certo le risposte sono state un pò vaghe: non c'è un servizio autobus e quindi neanche una fermata, è la Regione che ci deve pensare etc. uno spiraglio è stato lasciato ma dubitiamo fortemente che verrà fatta una fermata di autobus. Servizio che potrebbe essere organizzato dallo stesso Comune aggiungiamo noi in collaborazione con le industrie della zona produttiva, perchè no?

E' stato chiesto inoltre, visto che tutti i sottoservizi verranno rivisti, e che la strada non verrà rifatta per almeno altri 50 anni, se fosse stata pensata la posa di un anello antincendio a servizio della zona industriale. E' noto che la maggior parte delle aziende in zona industriale deve possedere un impianto antincendio.

Non esageriamo se su 100 impianti presenti ne siano a norma e funzionanti almeno il 50%. Posare ora un tubo con 6 colonnine per gli idranti non sarebbe stato un intervento oneroso. Aspetti interrogativi Abbiamo chiesto che la viabiltà fosse correlata al completamento delle vie parallele alla Provinciale Magnadola, cioè come in molte altre zone industriali ci si immette nella strada principale solo in due punti prestabiliti.

E qui salta fuori la sorpresa. Nel progetto definitivo era prevista la ricalibratura di tutta via Friuli, ma definitivo non vuol dire ultimo, via Friuli non sarà toccata dall'intervento tanto più che è una strada Comunale. Però ci chiediamo noi, come mai l'intera oprazione costava 4 milioni di Euro prima e costa 4 milioni di Euro anche dopo? 

Forse qualcuno, leggendo queste righe, ce lo saprà spiegare. Dall'altra parte esiste solo un pezzo di strada, cioè tra via Marche e via Lazio e la parte mancante per ricongiungersi alla prima rotonda è prevista nel PRG ma non ancora realizzata.

Lo diciamo perchè, chi non volesse fare il carosello fra le rotonde potrebbe percorrere le parallele ed avvicinarsi alla propria uscita.

La zona, prevista nel PRG per arrivare alla prima rotonda, sarà tra le altre cose, lo spazio destinato alla futura piazzola ecologica di Motta di Livenza; ci auguriamo che gli orari di apertura e chiusura della futura piazzola non coincidano con l'uscita delle maestranze! Sottolineiamo che il Comune di Motta di Livenza in questa operazione paga circa 780.000 € e ha ceduto 2 ettari di proprietà comunale in cambio di espropri vari».

 


| modificato il:

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