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28 marzo 2024

Oderzo Motta

IN OSPEDALE SIMULATA LA GUERRA

Collaborazione tra Oras e Cimic

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Motta di Livenza - Nell’ambito delle attività di esercitazione e formazione del Comando Nato Interforze che ha sede a Motta di Livenza (Cimic South Group), destinate a militari e civili, l’Ospedale Riabilitativo di Alta Specializzazione riveste un ruolo di primaria importanza.

Com’è noto, proprio presso il Cimic South Group, che ha sede nella mottense Caserma Fiore, vengono addestrati gli uomini e le donne delle forze Nato di tutte le nazionalità che svolgono le missioni di pace nelle aree di crisi , prima fra tutte l’Afghanistan.

Sempre presso il Cimic, viene anche addestrato il personale civile appartenente ad associazioni umanitarie non governative, come la Croce Rossa o Medici senza Frontiere, che affianca i militari Nato nelle missioni.

Nelle simulazioni di scenari di guerra civile o di guerriglia, l’ORAS rappresenta un modello costante di Dipartimento di salute pubblica, oltre che di struttura ospedaliera territoriale, che deve provvedere alle emergenze sanitarie della popolazione e, pertanto, ha necessità di interfacciarsi con le autorità militari e civili per ottenere in brevissimo tempo farmaci, alimenti, risorse umane o finanziarie.

Lo stesso Dipartimento virtuale deve far fronte alle proprie pressanti necessità in una successiva ipotesi di ricostruzione infrastrutturale del territorio che è stato scenario delle azioni di guerra. Il direttore generale dell’Ospedale Alberto Prandin, il direttore sanitario Marco Cadamuro Morgante e il coordinatore amministrativo Sebastiano Maso hanno negli ultimi mesi svolto ruoli di tutoraggio nei quattro corsi tenutisi presso l’ORAS, e hanno per questo ottenuto riconoscimenti ufficiali da parte del Comando del Cimic, nel corso della cerimonia che si è tenuta alcuni giorni fa per intitolare un piazzale della caserma al maresciallo Giovanni Pezzulo, caduto in missione in Afghanistan.

“La Direzione sanitaria” spiega Morgante “ha avuto il compito di “mettere alle strette” i candidati destinati alle missioni con richieste estreme, simulando uno “stato di ansia” il più possibile vicino alle reali situazione di pericolosità e di emergenza che si determinano nelle aree di crisi”.

“Il personale da formare” continua Morgante “deve essere in grado di gestire la tensione simulata, e se non si dimostra in grado di farlo va scartato senza indugi, perché, naturalmente, durante la missione si troverà ad affrontare problemi ben più gravi ed urgenti”.

Corsi ed esami, che si svolgono in lingua inglese, hanno trasformato la cittadina liventina in un grande campo di esercitazione di importanza internazionale, coinvolgendo tutte le autorità civili, Comune in testa. L’Ospedale riabilitativo, in particolare, ha assunto un ruolo di “superministero” virtuale della salute pubblica.

“I riconoscimenti ottenuti” dice Alberto Prandin “ci onorano, così come la scelta del Comandante Celestino Di Pace di trasformare l’ORAS in una virtuale struttura Nato. Ma ci onora soprattutto il fatto di contribuire, almeno in parte, alle missioni di pace che l’Italia svolge generosamente e valorosamente in molte aree di crisi”.

 



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